L’8 e il 9 giugno si terranno le elezioni europee. Per l’occasione Compagnia delle Opere, associazione attiva nel settore imprenditoriale, professionale, sociale ed educativo, lancia un manifesto per indicare gli obiettivi, le sfide principali e le richieste che riguardano il nostro Paese e la partita europea.
L’Unione europea sta attraversando una fase di difficoltà cominciata con le recenti crisi finanziarie e poi accentuata dalla pandemia e dalla crescente concorrenza globale. La mancanza di crescita equa tra gli Stati membri mina la sua autorevolezza, mentre i conflitti in atto ne mettono a rischio la stabilità. Le domande sul ruolo dell’Ue, sulla sua identità e sulle principali questioni aperte – transizione energetica e sostenibilità, natalità, welfare e immigrazione, armonizzazione fiscale tra i Paesi membri, politica estera e difesa, temi etici e tecnologia, deficit democratico delle istituzioni – toccano la quotidianità dell’intero sistema economico-sociale: dalle imprese ai singoli cittadini. Ma sarebbe astratto affrontarle senza partire dall’urgenza che oggi più di tutte rischia di mettere in pericolo l’intero progetto.
Per Compagnia delle Opere, “ogni sforzo infatti va concentrato sull’impegno per la pace”. Lo scoppio di nuove guerre e la corsa al riarmo rimette tragicamente di fronte a tutti il rischio che si corre: “Se la guerra dovesse allargarsi si assisterebbe al fallimento definitivo e senza appello del progetto di Unione, attentando al futuro dell’intera famiglia umana. Anche solo accettare questa ipotesi come possibile o addirittura probabile, contraddice il fondamento ideale su cui l’Europa è stata costruita”.
Per dare un futuro di pace e solidarietà ai popoli europei, i padri fondatori sono partiti dalla concezione di persona come “relazione”. Nel tempo essa è stata sostituita da quella più astratta di “individuo”, atomizzato e frammentato, sempre più impaurito e facile da manipolare. Lasciando spazio a un potere tecnologico sempre più “intelligente” o a quello di organismi tecnocratici che si sostituiscono alle libere dinamiche democratiche. Compagnia delle Opere sostiene, all’interno del proprio manifesto, di come occorra “recuperare una concezione di democrazia sostanziale, che si traduca nell’assunzione di una concreta responsabilità per il bene comune”. In questa direzione appare significativo il motto ufficiale dell’Unione, “Unità nella diversità”, che rimanda a “un’Europa dei popoli capace di rispettare e valorizzare le peculiarità di ogni Stato membro”.
Un ulteriore aspetto sottolineato nel manifesto Cdo riguarda il fronte tecnologico, perché “i pochi che controllano dati e tecnologia sono in grado di condizionare l’economia e la finanza. Lo sviluppo tecnologico è cruciale per il futuro dell’Europa e per questo occorre proseguire sulla strada delineata dall’Eu AI Act”. È necessario poi” investire in un’adeguata formazione professionale per permettere alle imprese di affrontare le enormi sfide dell’Intelligenza artificiale e della trasformazione digitale”.
“In un simile scenario è fondamentale che alle elezioni europee siano sostenute proposte politiche e candidati che abbiano a cuore anzitutto un orizzonte ideale teso concretamente al bene comune dell’Europa a partire da un impegno incessante per la pace tra tutti i popoli e per la dignità e libertà di ogni persona”, commenta Andrea Dellabianca, presidente nazionale Cdo.
In occasione della presentazione del manifesto, Compagnia delle Opere ha annunciato che aprirà una nuova sede a Bruxelles: “Le numerose tematiche affrontate dalle istituzioni europee chiamano inevitabilmente in causa giudizi e criteri che presuppongono una idea della persona e delle relazioni, come indicato nel volantino. Per questo riteniamo fondamentale costruire uno spazio di incontro e dialogo, promosso dalla società civile, stabile, che abbia sede a Bruxelles e che renda possibile ai protagonisti della scena europea del prossimo mandato (parlamentari di diversi partiti e paesi, istituzioni e stakeholder economici e culturali) di trovarsi per esplorare possibilità di comunicazione e costruzione comune. Non una nuova lobby, ma uno luogo pubblico e trasparente in cui si possa cercare assieme soluzioni comuni alle domande più urgenti del tempo che viviamo”, conclude Dellabianca.