Diocesi: mons. Mosciatti (Imola), “Maria ci aiuti a sconfiggere la radice di ogni guerra che abita in noi, la violenza, il pregiudizio, l’indifferenza”

“Quest’anno le solenni Rogazioni in onore della nostra Patrona, ci hanno coinvolto in una grande domanda di pace. Queste guerre, vicine e lontane, sembrano non finire mai. Desideriamo che Maria, nostra madre, ci aiuti a sconfiggere la radice di ogni guerra che abita in noi, la violenza, il pregiudizio, l’indifferenza che generano divisioni e favoriscono la guerra. Con la guerra davvero tutto è perduto, con la pace tutto è possibile”. Lo ha affermato ieri sera il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, in occasione della benedizione in piazza alla fine delle Rogazioni della Beata Vergine del Piratello.
“Nel cammino di ritorno al suo santuario, l’amata Vergine del Piratello – ha sottolineato il presule – fa un’ultima sosta, decisiva, nel cuore della città: i monumenti, i palazzi e la lunga storia che li abita fanno della piazza il luogo dell’incontro, della responsabilità, del confronto e della diversità”. “La Madre di Dio – ha proseguito – è qui, per ascoltare i desideri e guarire dalle paure: è questo il senso ultimo del rito della benedizione di questa città”. “La città – ha spiegato il vescovo – siamo tutti noi! Nella città non ci sono ‘spettatori’, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere: tutti nella città sono protagonisti, e il comportamento di ciascuno, nel male come nel bene, è ricchezza o povertà per gli altri. La città è fatta di volti, di storie personali, talvolta anche dolorose”. “Accogliere la benedizione di Dio – ha ammonito mons. Mosciatti – è allora un gesto d’amore per la propria città, perché significa aprirsi alla sua azione che desidera un luogo in cui l’amore sia libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza, una città nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dall’egoismo che invece mortificano la nostra vita e avvelenano i nostri rapporti”. Il vescovo ha richiamato le consegne di Papa Francesco nell’udienza concessa lo scorso 20 aprile nell’aula Paolo VI in occasione dei 200 anni della morte di Papa Pio VII. In particolare le tre parole: comunione, testimonianza, misericordia. “Vogliamo chiedere alla Vergine Maria, nostra patrona, di poter essere testimoni di questa comunione e di questa misericordia e di accompagnare la nostra Chiesa anche nel cammino di preparazione all’evento di grazia del Giubileo 2025”, ha evidenziato mons. Mosciatti.

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