In Santa Croce, a Firenze, rinasce l’Orto di San Francesco come luogo simbolo, antico e attualissimo, del rispetto del pianeta, di tutela della biodiversità e di un nuovo rapporto tra uomo e ambiente. L’Orto di Santa Croce è insieme uno spazio coltivato e un percorso spirituale e culturale che, utilizzando fonti originali, si collega alla vita del Santo e al suo speciale rapporto con la natura.
Il progetto “Il Seme del Bene comune” – in cui si inserisce la creazione dell’Orto insieme alla valorizzazione integrata dei cammini francescani che partono dalla basilica – nasce da un accordo pluriennale tra l’Opera di Santa Croce, la Comunità dei Frati Minori Conventuali e Aboca, insieme a Fondazione Progetto Valtiberina. Il progetto è stato presentato questa mattina. Dopo i saluti della presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini e del rettore della basilica padre Giancarlo Corsini, sono intervenuti il segretario generale dell’Opera Stefano Filipponi, l’amministratore delegato di Aboca Massimo Mercati, il direttore di Toscana Promozione turistica Francesco Tapinassi e il presidente della Fondazione Progetto Valtiberina David Gori. “È un progetto che nasce dalla collaborazione tra realtà diverse, accomunate dalla scelta di dare valore al bene comune, sviluppando un’accoglienza turistica sostenibile, che mette al centro la persona e offre ai visitatori un’opportunità di crescita personale oltre che culturale”, ha evidenziato Cristina Acidini.
L’orto, che è stato realizzato nell’area che si trova dietro l’abside della basilica, nasce da una ricerca approfondita sulle fonti: sono state recuperate preziose informazioni sugli orti medievali nell’iconografia antica (dalla pianta dell’orto del monastero di San Gallo in Svizzera ai codici miniati del XIV e XV secolo) ma anche da testi come dall’Hortulus di Valafrido Strabone abate di Reichenau del IX secolo. “L’Orto di Francesco è uno spazio di bellezza e spiritualità, ispirato al modello e ai valori del Santo. Situato nel punto di partenza dei Cammini francescani, vuole essere un invito a riscoprire l’equilibrio con la natura, per una nuova consapevolezza delle relazioni profonde tra gli esseri umani e l’ambiente che possa aiutarci a vivere meglio e in salute il cammino di ogni giorno”, ha messo in evidenza padre Giancarlo Corsini.
Sono i riferimenti al Cantico delle creature e alle Fonti francescane, dove vengono narrate alcune esperienze del Santo, ad accompagnare i visitatori nell’Orto. Oltre 200 specie coltivate affiancano un’area dove la natura e la biodiversità fioriscono libere. Ci sono canapa, ortica e lino che venivano utilizzati per gli abiti dei frati; il prato fiorito, simbolo per Francesco della bellezza del creato; cavoli, senape, prezzemolo e il roseto che rimandano ad alcuni episodi specifici della vita di Francesco.