Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha aperto oggi pomeriggio a Roma il Consiglio nazionale, analizzando, tra l’altro, l’operato del Governo, a partire dalle promesse mancate nella legge di Bilancio, approvata a dicembre: “Le misure che hanno riguardato il sociale e il lavoro sono state completamente disattese, come per esempio la gratuità degli asili per i secondi figli e i fondi ed i decreti attuativi per la tutela della non-autosufficienza, oppure rese solamente provvisorie. Penso, per esempio, al taglio del cuneo fiscale, approvato non in via strutturale e solo per il 2024. C’è poi il decreto Lavoro del primo maggio, reso noto per la Festa dei lavoratori. Contrariamente agli annunci, non è previsto il passaggio da 3 a 2 aliquote Irpef, promesso dal Governo, così come la maxi-deduzione Irpef-Ires al 120-130%”.
“Il bonus tredicesima, la misura ovviamente una tantum riservata ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e figli, non solo è stato rinviato a gennaio 2025, ma sarà anche tassato. Quindi, dai 100 euro che erano stati annunciati, si ridurrà a circa 80 euro. E, paradossalmente, andrà a più di un milione di famiglie monoreddito fino a 28mila euro, ma non a chi ha un reddito inferiore a 8.500 euro. In aggiunta, sono stati prorogati gli incentivi alle assunzioni per giovani e donne, con la scadenza fissata per il 31 dicembre 2025. Un intervento utile ma che non rappresenta una misura strutturale sul mercato del lavoro”.
Come Acli, “non possiamo non essere d’accordo con Papa Francesco quando dice che occorre un ‘un lavoro stabile e duraturo”’, da contrapporre nettamente a ‘lavori così brevi che impediscono di progettare la vita’ e a ‘bassi redditi e basse tutele che sembrano i muri di un labirinto’”.
Serve £un modello diverso, che non abbia soltanto lo scopo di incrementare i numeri dell’occupazione, ma che si basi su un lavoro di qualità, non da rimandare costantemente nel futuro, ma da attuare oggi. Per questo, credo siano fondamentali misure che abbiano lungimiranza e l’ambizione di andare oltre l’intervento una tantum e la provvisorietà, dando inizio a un nuovo corso delle politiche sociali e del lavoro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Governo ha operato per la famiglia. “Come Acli abbiamo avanzato, al riguardo, alcune proposte: ad esempio, sulle agevolazioni per l’autonomia abitativa delle coppie, ma anche decontribuzioni e politiche strutturali che favoriscano la conciliazione tra tempo del lavoro e tempo della cura. Denatalità e fenomeno migratorio possano trovare sovrapposizioni sinergiche, che non mi sembra siano colte da chi, con dichiarazioni inverosimili sulla determinazione di un tetto massimo alla presenza di alunni e alunne straniere nelle classi, compromette alle radici ogni possibile politica d’integrazione che, al nostro Paese, occorre più che mai per cercare di arrestare questa tendenza”, ha spiegato Manfredonia.