“Educare i giovani ad affrontare le sfide per crescere nella solidarietà”. È l’invito rivolto alla delegazione dell’Istituto di educazione superiore “Merrimack College”, in Massachussetts, ricevuta oggi in udienza. Per offrire “un cammino di rinascita integrale”, ha ribadito Francesco, occorre saper usare i tre linguaggi: “il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio della mano. Che si pensi quello che si sente e si fa; che si senta quello che si pensa e si fa; che si faccia quello che si sente e si pensa”. Secondo il Papa, infatti, i giovani oggi “vivono in mezzo a parecchie criticità: a livello economico-finanziario, lavorativo, politico, ambientale e valoriale, demografico e migratorio”. Di qui la necessità che si insegni loro “ad affrontare uniti le sfide, senza lasciarsene schiacciare, anzi reagendo perché ogni crisi, pur nella sofferenza, si trasformi in un’occasione di crescita”. “Formare le nuove generazioni a vivere le difficoltà come opportunità, non tanto per lanciarsi verso un futuro ricco di denaro e di successo, quanto d’amore: per edificare insieme un umanesimo solidale”, l’altra consegna di Francesco: “si tratta di insegnare loro a individuare e dirigere le risorse disponibili, con progettualità creativa, verso modelli di vita personale e sociale improntati a giustizia e misericordia, che rendano l’esistenza di ciascuno e di tutti accettabile e dignitosa”. “È vero che la globalizzazione in atto presenta aspetti negativi, quali l’isolamento, l’emarginazione e la cultura dello scarto”, argomenta il Papa: “Al tempo stesso, però, ne ha anche di positivi, come la possibilità di amplificare e ingrandire la solidarietà e di promuovere l’equità, attraverso mezzi e potenzialità sconosciuti a chi ci ha preceduto, come abbiamo visto in tempi recenti, in occasione di disastri climatici e guerre. Ed è importante, nel lavoro didattico, indirizzare gli studenti a questa capacità di discernimento e di scelta, estendendo idealmente e praticamente i perimetri delle aule scolastiche, per giungere là dovunque l’educazione può generare solidarietà, condivisione, comunione”.