“È una sensazione profonda e forte sia per tutti noi sia per ciò che significa per me e per la mia storia. È bello vedere diverse generazioni, dai primissimi amici e giovani, allora, di don Giussani, quelli ‘della prima ora’ che l’hanno conosciuto tanti anni fa, fino ai ragazzi del liceo”. A dare voce alla propria emozione, a nome dell’intera fraternità di Comunione e liberazione, è stato il presidente Davide Prosperi, subito dopo aver rivolto il suo ringraziamento al Papa e all’arcivescovo di Milano per il solenne avvio della fase testimoniale della causa di beatificazione del fondatore di Cl, svoltosi ieri con un’affollatissima prima sessione pubblica nella basilica milanese di Sant’Ambrogio. “Siamo oggi qui per la stessa storia, perché vediamo in quest’uomo un grande esempio e un significativo punto di riferimento per una strada a cui tutti ci sentiamo chiamati, la strada alla santità. Per don Giussani il santo non era un superuomo, una figura inarrivabile, ma una possibilità aperta a ciascuno, perché l’uomo vero, che vive per l’ideale, cerca di investire tutti gli aspetti della vita nella fede in Cristo. Quando è arrivato l’annuncio di questa seconda fase eravamo a Rimini per i nostri esercizi spirituali – ricorda Prosperi – e nessuno se lo aspettava, è quindi stato un momento molto commovente. Io personalmente mi sono commosso: attendevamo da tanto tempo. Questo di fatto è l’inizio del secondo grande passo verso la chiusura della fase diocesana della causa di don Giussani che mi ha fatto verificare la fama di santità di quest’uomo”, conclude Prosperi con parole cui fa eco la ventiquattrenne Chiara che dice: “Io, per ragioni anagrafiche non mai conosciuto don Luigi, ma tramite la testimonianza di altri, familiari e amici, mi ha colpito un modo di vivere diverso. È una cosa che mi sembra più corrispondente alla mia vita e al mio bene: io mi sento fatta per questo. Studio scenografia all’Accademia di Brera, e sono al quarto anno. Credo che ci sia anche un’arte di vivere la fede: con la nostra comunità di Brera siamo tutti un po’ anche artisti in questo senso”. Da parte sua il delegato arcivescovile per la causa e responsabile del Servizio per le Cause dei santi della diocesi di Milano, mons. Ennio Apeciti, spiega: “Dopo la fase documentale che, necessariamente, è stata molto prolungata, avendo dovuto esaminare decine di migliaia di pagine di scritti, vorremmo limitare la durata di questa ulteriore indagine di conferma di quanto già emerso. Ridurremo, quindi, le audizioni al numero che la Congregazione per le Cause dei santi consiglia e che si realizza normalmente ascoltando 60-80 testimoni. Prevediamo, perciò, un lasso temporale di circa un anno e mezzo ma, come è ovvio, poi tutto dipenderà dalla ricchezza delle testimonianze. Una volta raccolto il materiale documentario e le testimonianze, possiamo passare alla terza fase, quella cosiddetta del miracolo, ossia studiare e approfondire se, tra le tante grazie che lui ha già concesso a chi lo prega, ve ne sia una che sia tale da potere essere definita e individuata come un miracolo”.