Un’udienza speciale del Papa, al mattino, e nel pomeriggio un incontro dei docenti e degli allievi alla Pontificia Università Urbaniana. Sono i due momenti salienti con i quali lunedì prossimo, 13 maggio, si celebreranno due anniversari: i 140 anni della Scuola di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, creata da Leone XIII, e dei 90 anni della Scuola di Biblioteconomia, voluta da Pio XI. “Sarà una occasione per ripercorrere la loro storia e la loro finalità con uno sguardo rivolto alle prospettive future, e per riflettere sugli studi specialistici dedicati a quello che papa Ratti ha definito ‘il culto della scienza e della nobile fatica intorno alla scienza’, ovvero la costellazione delle varie discipline finalizzate allo studio, alla custodia, alla valorizzazione e al miglior trattamento dei beni archivistici e librari”, ha detto mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, presentando l’iniziativa presso la Sala Stampa della Santa Sede. Le due istituzioni Vaticane in cui le due Scuole sono inserite, e cioè l’Archivio e la Biblioteca, “sono il deposito della memoria e dei frutti dell’ingegno umano stratificati lungo i secoli entro una prospettiva insieme umana ed ecclesiale e, proprio per questo, esse hanno il compito di raccogliere, custodire e mettere a disposizione di tutti il ricco patrimonio conservato perché si propaghi ovunque la conoscenza”, ha proseguito Zani: “La Biblioteca Apostolica, creata da Niccolò V nel 1451, e l’Archivio da Paolo V nel 1610, sono i necessari ponti che connettono passato e futuro, esercitando quel servizio culturale che, per usare le parole dedicate da papa Francesco ad esse, permette di ‘tenere vive le radici’ e ‘coltivare la memoria’”. Collocate all’interno delle due istituzioni, le scuole ”formano e qualificano professionisti dedicati alle preziose funzioni di salvaguardia, illustrazione, tutela, studio e valorizzazione dei documenti e materiali archivistici, seguendo il profilo di istituti di specializzazione post universitaria” ed “hanno saputo mantenere, nel corso dei decenni, la propria profonda e consolidata vocazione umanistica abbracciando, al tempo stesso, le nuove forme di elaborazione e propagazione del sapere, e approfondendone le caratteristiche per coniugarle nel modo più efficace alla loro missione”. Tale spirito di adattamento, per Zani, “permette agli allievi di accedere ad una formazione poliedrica, ampia e stratificata, che consente loro di navigare consapevolmente dentro l’odierna complessità culturale con quella ‘saggezza e audacia’ che papa Francesco ha auspicato per i professionisti di questi ambiti del sapere”. Si tratta, in sintesi, di “istituti altamente qualificati, in grado di affiancarsi e integrarsi felicemente con analoghi o complementari studi accademici”, in linea con il cosiddetto “Processo di Bologna”, creato per facilitare la circolazione internazionale dei docenti e studenti attraverso il riconoscimento dei relativi titoli di studio.