Oltre otto italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè diffusa al Brennero, con 10mila agricoltori, guidati dal presidente nazionale Ettore Prandini, che nei due giorni giungeranno alle frontiere per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano. Per l’occasione è stata allestita la tavola del “fake in Italy”, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre tutto di provenienza estera.
“Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti – viene sottolineato in una nota – punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale”.
“Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, assicurando che “la nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.