Il terremoto del 2009 costituisce un “osservatorio sulle tragedie del mondo: le vittime di quella immane disgrazia sono ‘compagni di sorte’ di altri soggetti sui quali si sono abbattute le violenze di conflitti e di calamità dirompenti. Stasera siamo riuniti qui proprio per proclamare, insieme al dolore per le vittime del sisma, la nostra certezza che il vincolo di unità, che ci ha legato a loro, non si è spezzato, ma si è stretto ancora più forte perché in esso è stato impresso il sigillo dell’amore evangelico”.
Lo ha detto il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila durante la messa celebrata nella notte appena trascorsa in occasione del 15° anniversario del terremoto (6 aprile 2009) che devastò il capoluogo abruzzese e il suo territorio. Dalla chiesa di santa Maria del Suffragio, o chiesa delle Anime Sante come amano chiamarla gli aquilani, che custodisce la Cappella della Memoria a ricordo delle 309 vittime del sisma, il cardinale ha ricordato: “Sperimentiamo dolorosamente il lutto ma senza esserne sopraffatti: ha la meglio l’annuncio della Pasqua. I nostri fratelli, che dimorano ‘lassù’, hanno già una appartenenza piena e definitiva; noi, che abitiamo ‘quaggiù’, camminiamo per raggiungerli nella stessa Patria celeste. In questa assemblea liturgica – ha ha ribadito – ‘loro’ non sono assenti, ma si rendono realmente presenti” come testimoniato dalla lettura dei loro nomi durante la messa. Dopo aver sperimentato la furia del terremoto, L’Aquila “non si è fermata” ha affermato Petrocchi, “non ha messo la ‘marcia indietro’ della ‘rassegnazione perdente’, ma è subito ripartita attivando una reazione coraggiosa e fattiva: si è spinta in avanti, accelerando il ‘ritmo operativo’ del suo robusto motore” religioso, etico e sociale. La Comunità, al completo, si è mobilitata per ri-edificare non solo ‘come’ prima, ma ‘meglio’ e ‘più’ di prima: in tutti i campi! La bellezza perduta non solo è stata restituita, ma si è arricchita e dilatata. Il pericolo di scivolare nel ‘torpore da trauma’ è stato sbaragliato dalla resilienza aquilana e dalla sua tenace audacia progettuale”.
“La Provvidenza di Dio ci ha accompagnato in questi 15 anni, consentendoci di attraversare la tragedia del sisma, dirigendoci però verso orizzonti di speranza, e conquistando novità inedite e di maggior valore” ha aggiunto il card. Petrocchi, che richiamando la visita di Papa Francesco a L’Aquila, il 28 agosto 2022, ha concluso: “Impegniamoci a ‘vigilare’ con sguardo sapiente e perseverante sui fatti che ci riguardano, restando saldi nella esperienza della Pasqua. E proprio perché Lo abbiamo incontrato e seguito, a L’Aquila ha vinto la Vita”.