Istituto Toniolo: ricerca su giovani e fede. “Provocazioni che investono tutta la comunità cristiana e il volto stesso della Chiesa”

(Milano) “Mi pare abbastanza chiaro che i giovani ci stanno dicendo qualcosa che è al di là del dato generazionale”, segnala Paola Bignardi interpretando i dati della ricerca intitolata “Cerco, dunque credo?”. “Ciò che i giovani stanno esprimendo, anche con la loro protesta silenziosa nei confronti della comunità cristiana, è che il loro è un modo nuovo di interpretare l’umano; la fede che stanno cercando è una fede contemporanea. Per la Chiesa si profila qui un grande compito culturale che mi pare in continuità con l’aggiornamento invocato dal Concilio ormai 60 anni fa”. Le provocazioni dei giovani “investono tutta la comunità cristiana e il suo impianto pastorale, e anche la sua cultura e il suo stile di vita; qui non è in gioco semplicemente l’impostazione della pastorale giovanile, ma lo stile con cui la Chiesa tutta interpreta oggi la vita cristiana e la propone”.
Le informazioni “che si colgono in questa ricerca invocano un processo di conversione, cercando di liberare questa parola dal tratto moralistico che spesso la caratterizza e assumendola nella sua valenza radicale di messa in discussione di un modo di essere segnato dal tempo”. Si evince la spinta a “cercare un nuovo stile di Chiesa: umanizzare il cristianesimo in modo da rendere più evidente il suo legame con il Vangelo; vivere e far vivere tutto lo spessore spirituale della vita cristiana; abbandonare ogni atteggiamento difensivo di fronte alla realtà a favore di un discernimento che sia esercizio di ascolto e di libertà”.
“Accogliere la provocazione che viene dal mondo giovanile significa per la Chiesa non mettere mano semplicemente al proprio impianto formativo – cosa che pure è necessaria – ma alla propria attuale auto-rappresentazione in rapporto al vangelo del Regno, ovvero al proprio complessivo modo di essere e di pensarsi come Chiesa”.

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