(Milano) Paola Bignardi, illustrando la ricerca su giovani e fede, espone in sintesi le caratteristiche principali dell’esperienza religiosa “che i giovani vorrebbero poter sperimentare”: una fede spirituale, che incontra Dio nella propria interiorità; un Dio vicino, che stia in relazione con ciascuno; una Chiesa in dialogo con tutti, aperta, accogliente, partecipe della vita del mondo; una comunità cristiana calda, fraterna, che non giudica, che faccia sentire a casa. I giovani chiedono “celebrazioni belle, coinvolgenti, vive, capaci di emozionare” e “linguaggi comprensibili, vicini alla vita… Cioè: una fede contemporanea, dal sapore di gratuità, amica della vita e del desiderio giovanile di una vita piena”.
“I cambiamenti che si manifestano nei giovani, a tutti i livelli, sono il frutto di trasformazioni profonde che riguardano il modo con cui viene interpretato l’umano. I giovani oggi devono interpretare il loro essere uomini e donne in un tempo inedito, che li lascia spesso disorientati e soprattutto molto soli”. In loro “si sta cominciando a toccare con mano che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca”.
“Vi è un nuovo senso del proprio ‘sé’, tra individualismo e consapevolezza del proprio valore e del primato della persona, con le conseguenze che questo ha sui rapporti tra le generazioni, sul modo di percepire l’autorità, sul modo di intendere la dimensione oggettiva della realtà e di percepire le istituzioni”. Il prezzo di tutto questo – emerge dalla ricerca – è la crescita della solitudine e un modo nuovo di vivere le relazioni. “Cambia il senso del tempo, schiacciato sul presente; le emozioni sono sempre più intense e sempre più debole appare la capacità di gestirle; cambia il senso del proprio corpo. È in crisi il senso del limite e con esso sfumano i confini: fra le età, fra i territori, tra i generi”.
“Bastano questi rapidi cenni per dare anche solo un’idea di quanto i cambiamenti in atto non siano di superficie; come ciò che sta cambiando non è il vestito, ma la pelle, con quanto di sconcertante, spiazzante, disorientante – e anche doloroso – questo porta con sé. Come è possibile immaginare che cambiamenti così profondi non si riflettano sul modo di vivere la dimensione religiosa della vita? Il modo di essere cristiani in questo tempo? I giovani – osserva Bignardi – sono gli interpreti di questo mondo nuovo. Nei loro comportamenti religiosi vi è la domanda di essere aiutati a collocare l’esperienza religiosa, e cristiana in particolare, dentro la loro vita di uomini e donne di oggi”.