La revoca del regime d’emergenza in El Salvador, attivo ormai ininterrottamente da oltre due anni. È questa la richiesta di sei organizzazioni per i diritti umani del Paese, espressa durante la presentazione di rapporto, avvenuta ieri, redatto dall’ong di matrice anglicana Cristosal, dal Servizio sociale passionista, dall’Istituto dei diritti umani dell’Università centroamericana (Idhuca), dalla Rete salvadoregna delle donne difensore dei diritti umani, dall’organizzazione Amate e dalla Fondazione di studi per l’applicazione dei diritti (Fespad). Le ong hanno monitorato l’impatto dello stato d’emergenza da quando, il 27 marzo 2022, è stato approvato dal Parlamento su richiesta del Governo di Nayib Bukele, fino allo scorso 15 marzo. Periodo durante il quale gli estensori del rapporto hanno ricevuto 6.305 denunce di presunte violazioni dei diritti umani, e la segnalazione di 16.289 episodi relativi a tali violazioni. I decessi registrati nelle carceri del Paese in questi due anni sono 240. Le denunce, nel dettaglio, sono nella maggior parte dei casi per detenzione illegale (causale contenute in 5.931 denunce) e per violazione del debito processo (che riguarda 5.470 denunce). Il 52,23% delle denunce riguarda persone comprese tra i 19 e i 30 anni. Durante la presentazione, la direttrice di Idhuca, Gabriela Santos, ha sottolineato che il regime di emergenza è “una bolla insostenibile che ci dà questa sensazione di sicurezza per un po’ di tempo, ma che alla fine, a causa della sua natura immediata e repressiva, non avrà effetti duraturi”. Le ong hanno riferito anche che nelle carceri di El Salvador ci sono circa 109.519 persone private della libertà, comprese quelle detenute prima dell’attuazione del regime di emergenza. Ciò significa che nel Paese sono detenute 1.728 persone ogni 100 mila abitanti, il che equivale all’1,73% della popolazione, il più alto tasso al mondo. In dettaglio, circa 12.500 detenuti si trovano nel Centro di detenzione per il terrorismo (Cecot) e 97.019 nelle altre carceri del Paese, con un sovraffollamento carcerario del 335%.