“La missione non è una strada a senso unico, è un dialogo che comporta ascolto reciproco, rispetto e comprensione del nostro prossimo”. Lo ha detto mons. Tomas Halik, della Repubblica Ceca, intervenendo all’incontro internazionale di sinodalità “Parroci per il Sinodo”, in corso a Sacrofano fino a domani, per iniziativa della Segreteria generale del Sinodo e dei Dicasteri per il Clero, per le Chiese Orientali e per l’Evangelizzazione. “L’evangelizzazione non significa riconquista”, ha precisato il relatore: “il nostro obiettivo non è quello di avere Chiesa più potente, più grande, ma di avere la presenza di Cristo nella famiglia umana: una nuova forma di Chiesa, più umile e più efficace, perché ha Cristo come mediatore. Il Sinodo è un passo ulteriore in questa direzione”. Secondo Halik, servono “umiltà e sobrietà, per evitare utopie politiche e sociali: la fraternità universale, come ci insegna Papa Francesco, è la perfetta unità della Chiesa e la pienezza del suo cattolicesimo, la sua universalità”. No, allora, all’”eresia del trionfalismo: siamo in cammino, pellegrini, e la consapevolezza della nostra distanza dalla meta finale non deve farci rassegnare, ma continuare il cammino con pazienza e perseveranza. Nessuna società può essere considerata finale e perfetta: in nessun cammino possiamo fare le tre tende e fermarci. La Chiesa sinodale vuole offrire oasi per riposarci, essere Chiesa che ascolta, che accoglie, che sia scuola fede e di saggezza”.