Sinodo: incontro parroci, “la parrocchia non è il luogo esclusivo dell’apostolato del parroco”

“La parrocchia offre un esempio ragguardevole di apostolato comunitario, poiché riunisce nell’unità tutto ciò che si trova in essa, in termini di diversità umane, e le inserisce nella Chiesa”. Ne è convinto don Gilles Routhier, del Canada, intervenuto all’incontro internazionale di sinodalità “Parroci per il Sinodo”, in corso a Sacrofano fino a domani, per iniziativa della Segreteria generale del Sinodo e dei Dicasteri per il Clero, per le Chiese Orientali e per l’Evangelizzazione. Prendendo spunto dal n. 10 dell’Apostolicam Auctositatem, il relatore si è soffermato sull’importanza, per presbiteri e laici, di “lavorare in stretta unione”, perché “tutta l’impresa apostolica è missionaria”. “La parrocchia – ha precisato – non è il luogo dell’apostolato esclusivo del parroco, ma di tutta la comunità: la missione evangelizzatrice appartiene a tutta la Chiesa, e la parrocchia è il luogo privilegiato dell’apostolato, il luogo per eccellenza della realizzazione della sinodalità, purché presbiteri e laici prendano l’abitudine di lavorare in stretta collaborazione”. Al centro di tale collaborazione, ha puntualizzato tuttavia Routhier, devono esserci “i problemi del mondo, e non di organizzazione ecclesiale, che poi vanno esaminati tenendo conto del parere di tutti”. Di qui la necessità di chiedersi “se i nostri consigli pastorali trattano semplicemente le nostre questioni interne o si interessano alla vita mondo, coi suoi problemi”. “Ascolto, consultazione e scambio”, le tre parole chiave, perché “la sinodalità non è soltanto fatta di buone intenzioni: implica atteggiamenti, processi, prassi, metodi che regolino gli scambi e che portino al discernimento e unità ricercata”.

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