Il processo di integrazione europea “è avanzato in questi 70 anni con fasi di accelerazioni e altre di rallentamento. Di fronte alle ultime prove l’Unione europea ha risposto in modo differenziato: ad esempio rigidamente nella crisi finanziaria del 2008, con forti ripercussioni sociali; in modo coraggioso, solidale ed efficace in risposta alla pandemia”, afferma ancora il Consiglio pastorale della diocesi di Milano nel documento sulle elezioni europee. “In gioco oggi c’è l’idea di Europa che desideriamo per il futuro. L’Europa infatti è un processo aperto che chiama in causa il nostro protagonismo e anche il nostro contributo critico, di fronte alle grandi sfide perché si possa costruire un’Europa coesa e maggiormente integrata”.
Le grandi transizioni in atto, che definiscono il “cambiamento d’epoca” che attraversiamo, “chiedono la partecipazione e il contributo fattivo dei cristiani, fra queste: questione demografica, disuguaglianze da sanare, diritti da garantire, fenomeni migratori da affrontare insieme, ambiente da tutelare, rivoluzione digitale da governare, una politica estera di cooperazione e di pace sulla base del diritto internazionale”.
“La comunità cristiana – sostiene il documento ambrosiano – avverte la responsabilità di portare il proprio contributo a questo processo: è il patrimonio che va dai santi patroni dell’Europa ai ‘padri fondatori’, all’intero magistero della Chiesa, fino all’impegno quotidiano, motivato e coerente, di tanti credenti che si spendono nella società e nella politica. Un patrimonio da riscoprire, vivere e testimoniare. Un messaggio di fiducia e di speranza che ha accompagnato sin dagli esordi il cammino verso l’Europa unita, improntata ai principi di solidarietà e sussidiarietà”.
“Come comunità cristiana ci sentiamo chiamati a custodire e vivere nelle nostre realtà questo grande progetto assumendo alcuni impegni: costruire con tutti spazi di incontro e dialogo finalizzati alla edificazione del bene comune; organizzare incontri di conoscenza e approfondimento delle sfide che l’Europa ha di fronte a sé; valorizzare e rilanciare nei nostri territori il dialogo ecumenico e interreligioso”. In questo senso “l’esercizio del diritto-dovere del voto è una esplicita espressione del nostro impegno e della nostra cura per la ‘casa comune’ europea. Per questo l’8 e 9 giugno ci sentiamo chiamati e invitiamo a partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo”. Infine: “Siamo tutti chiamati a ridestare il sogno europeo”.