Da oggi l’ospedale di Santa Maria della Gruccia di Montevarchi, in provincia di Arezzo, è stato riconosciuto dall’Unicef “Ospedale amico delle bambine e dei bambini”. Un riconoscimento che arriva al termine di un percorso iniziato nel 2018 e che ha portato all’accreditamento della struttura ospedaliera del Valdarno. Per Montevarchi è la prima certificazione Unicef che va ad aggiungersi a quella ottenuta negli anni scorsi dagli ospedali di Campostaggia e di Nottola che hanno ricevuto la riconferma ad ogni scadenza. Partito 6 anni fa, il percorso ha coinvolto i professionisti della struttura e ha richiesto la messa a punto di procedure mirate al rispetto di una serie di parametri propedeutici all’ottenimento della certificazione. Tre gli step seguiti: il primo ha comportato la verifica della parte procedurale e la conformità alle richieste indicate dall’Unicef. In sostanza sono state elaborate le procedure operative indicando nel dettaglio cosa si fa e come si fa. L’Unicef ha, quindi, verificato se e quanto dichiarato fosse effettivamente applicato, suggerendo eventuali modifiche da apportare. Il secondo step ha riguardato la verifica delle competenze possedute dagli operatori sanitari di tutto il presidio ospedaliero e non solo della Pediatria: questo ha comportato la formazione di oltre 500 persone. Di queste Unicef ne ha intervistate 120 per verificarne i requisiti. Un test che l’ospedale di Montevarchi ha superato. Quindi, nel dicembre scorso, l’ultimo passaggio attraverso la verifica sugli utenti con interviste alle donne che avevano appena partorito, a quelle che avevano partorito da tempo e alle donne in gravidanza allo scopo di verificare le modalità di formazione delle neomamme e di quelle in attesa.
“Essere Ospedale Amico significa mettersi in gioco e accogliere una valutazione esterna che confermi le buone pratiche basate sulle prove di efficacia come la Baby Friendly. L’impegno dell’ Asl Sud Est ha consentito un miglioramento dei tassi di allattamento nel tempo. Ringraziamo l’Asl Sud Est e tutto il personale che vi lavora per questo impegno a favore di tanti bambini e famiglie”, dichiara Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia. “È stato un percorso lungo e molto impegnativo che ha richiesto molte energie da parte del nostro personale”, spiega Patrizia Bobini, direttrice del presidio ospedaliero Santa Maria alla Gruccia. “È un riconoscimento importante – prosegue Bobini – che certifica la qualità dei nostri percorsi per quanto riguarda il periodo del parto e quello post parto, l’allattamento, la tutela del bambino, delle famiglie e la figura della madre e del padre. Qui le nostre procedure sono amiche della donna che deve partorire lasciandole la libertà di decidere di partorire nella posizione che preferisce e anche di scegliere ciò che vuole mangiare”.