La democrazia “privilegio da tutelare” (nel senso che in numerosi Paesi del mondo non c’è vera democrazia); la disinformazione “minaccia sulla quale vigilare”. Sono due dei temi emersi oggi a Bruxelles durante il briefing dedicato al percorso verso le elezioni europee. Mancano ormai 40 giorni all’apertura dei seggi e il Parlamento europeo ha avviato la fase due della campagna istituzionale “per informare i cittadini sull’importanza del voto e per incoraggiare a votare”, come ha riferito Jaume Duch, portavoce del Parlamento. Nel 2019 l’affluenza degli elettori europei alle urne era stata del 50,6%. Quest’anno, secondo il sondaggio Eurobarometro della primavera 2024 condotto dal Parlamento europeo e che ha coinvolto più di 26mila cittadini in tutti i Paesi Ue, il 60% degli intervistati ha mostrato interesse per le elezioni del 6-9 giugno. Inoltre, il 71% degli intervistati si è detto incline a votare. Ora, naturalmente, occorrerà la verifica nei fatti.
Sul tema della disinformazione Delphine Colard, della direzione comunicazione dell’Assemblea, ha parlato di esplicita “minaccia alla democrazia”, intesa, con vari strumenti on line, a “minare le elezioni”, a intaccare lo svolgimento regolare delle votazioni, a “polarizzare la campagna elettorale su temi sensibili”, introducendo in rete fake news su vari temi (guerra, covid, diritti…).
L’Ue ha risposto in questi anni con una task force dedicata a scovare e contrastare la disinformazione e le ingerenze straniere, ha prodotto normative (es: Digital Services Act), ha agito sul piano “della prevenzione con una comunicazione proattiva”, e avviando varie iniziative formative per i giovani nelle scuole e per gli operatori dei media.