Papa a Venezia: alle detenute, “nessuno toglie la dignità di una persona”

“Nessuno toglie la dignità di una persona, nessuno!”. È il monito, a braccio, del Papa, nel suo primo discorso a Venezia, rivolto alle detenute del carcere femminile della Giudecca. “Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza”, l’analisi di Francesco: “Però può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è messa in isolamento, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia”. “Allora, paradossalmente, la permanenza in una casa di reclusione può segnare l’inizio di qualcosa di nuovo, attraverso la riscoperta di bellezze insospettate in noi e negli altri, come simboleggia l’evento artistico che state ospitando e al cui progetto contribuite attivamente”, la proposta del Papa: “Può diventare come un cantiere di ricostruzione, in cui guardare e valutare con coraggio la propria vita, rimuoverne ciò che non serve, che è di ingombro, dannoso o pericoloso, elaborare un progetto, e poi ripartire scavando fondamenta e tornando, alla luce delle esperienze fatte, a mettere mattone su mattone, insieme, con determinazione”.

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