Un modello di umanità piena, riuscita, risorta, perché donata e, quindi, realizzata: è così che il vescovo Michele Tomasi ha tratteggiato, nella messa di questa mattina in cattedrale, la figura di san Liberale, patrono della diocesi e della città di Treviso, ricordando il suo impegno per i poveri, per la difesa della fede cristiana e per la pace. Presenti alla celebrazione le autorità civili e militari e molti aderenti all’Azione cattolica, che hanno in san Liberale il loro patrono. Liberale, uno dei pochi patroni laici di una diocesi, ha ricordato mons. Tomasi, “si è speso da battezzato e da laico nella carità per i poveri e nella difesa della fede cristiana accanto al suo vescovo. Laico, che non significa cristiano con meno intensità rispetto ad altre scelte di vita – ha sottolineato il presule -, o cristiano a mezzo servizio, che pensa soprattutto ad altro, nella vita. Tutt’altro. Laico, che significa cristiano che vive di Cristo, e lo testimonia fin dentro le pieghe del mondo, con luci e contraddizioni, senza fughe e con una decisa scelta di campo: Gesù, la Parola, i poveri”. Sull’esempio del patrono, il vescovo ha esortato i fedeli a “vivere i tratti di san Liberale: essere innamorati di Cristo, radicati in Lui grazie al battesimo, accoglienti verso ogni bisognoso, immersi nelle vicende del nostro mondo, attivi in ogni aspetto della vita ecclesiale ma soprattutto civile, capaci di specchiarci nella Parola di Dio tanto da mostrare davvero in noi l’immagine di Gesù; risorti, capaci cioè di far emergere le ragioni della vita e della speranza in ogni situazione, anche la più contraddittoria o conflittuale; a servizio della vera umanità nella politica, nell’economia, nel lavoro, nelle professioni, nella scuola, nelle relazioni interpersonali, nelle situazioni di cura e di condivisione delle fatiche della storia”.