Domenica 28 aprile, alle 15 nella cattedrale Nostra Signora Assunta di Savona, il vescovo Calogero Marino consacrerà presbitero don Francesco Cotta. Nella serata di domani, sabato 27 aprile, alle 21 nella parrocchia Santissima Annunziata in Spotorno si terrà una veglia di preghiera per l’ordinazione e le vocazioni. Il novello sacerdote celebrerà le sue prime messe il 5 maggio alle 11 a Spotorno, il 12 maggio alle 9 nell’Oratorio Santissima Annunziata sempre in Spotorno, il 19 maggio alle 11.30 in San Paolo Apostolo a Savona e il 26 maggio alle 11 in San Lorenzo Martire a Quiliano.
Don Cotta – si legge in una nota della diocesi – è l’ultimo diacono transeunte della diocesi di Savona-Noli: dopo di lui il Seminario vescovile rimarrà vuoto e non sono previsti altri ingressi. “Il fatto che dopo di me il Seminario dopo di me sia chiuso deve fare riflettere come Chiesa – sottolinea in un’intervista a Laura Arnello sul mensile diocesano ‘Il Letimbro’ –. La crisi delle vocazioni è una questione generalizzata ma c’è forse un modo nuovo in cui dobbiamo proporre un cammino vocazionale legato al presbiterato piuttosto che alla vita religiosa, senza troppe ansie e timori, perché il Signore non lascerà la sua Chiesa senza operai. Dobbiamo rimboccarci le maniche con la preghiera ed essendo presenti con i giovani. Questo momento è quello giusto per l’ascolto”.
Nato a Genova, 45 anni, è diventato diacono il 21 maggio a conclusione del percorso formativo nel Seminario vescovile. Contestualmente agli studi da geometra ha conseguito i diplomi in Chitarra, Composizione e Direzione d’orchestra al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova. Dopo un periodo di discernimento presso i Carmelitani, nel 2019 è entrato in Seminario a Savona, compiendo poi il cammino di formazione nella comunità del Seminario di Chiavari e presso la Facoltà Teologica di Genova. Come diacono sta svolgendo il suo ministero presso la parrocchia di Spotorno.
“La mia vocazione – ha raccontato – è stata tardiva, ho alle spalle un passato di lavoro in vari ambiti e con varie esperienze. Il centro di tutto è sempre stata la musica, che ho studiato per tantissimi anni. Sono musicista e compositore, ho fatto concerti, ho insegnato e avevo una mia casa editrice. Dopo il diploma in Direzione d’orchestra ho deciso di ritirarmi in convento per fare il punto della mia vita, riflettere e decidere se continuare la carriera da musicista o dedicarmi all’insegnamento”. “Durante questo ritiro – ha proseguito – la mia vita è stata stravolta e il Signore mi ha messo su una strada completamente diversa. Da lì è iniziato il cammino che mi portato per tre anni in convento dai Carmelitani, poi ho compreso che la mia vita era in diocesi e quindi sono entrato in Seminario. I tre anni di ritiro in una vita più contemplativa sono stati essenziali: sono stati quella frizione, quello snodo che mi ha permesso di passare dalla mia vita passata ad una vita dedicata agli altri, sono stati un punto essenziale per ripartire oggi come sacerdote. Sento ora che una fase della mia vita si sta chiudendo e se ne sta aprendo una nuova: questo porta con sé gioia e un po’ di sano timore ma anche serenità, poiché finalmente ho trovato il mio posto”.