Il Parlamento europeo ha approvato oggi le nuove regole di bilancio con il Patto di stabilità. Durante la discussione che ha preceduto la votazione – e che ha visto un’ampia maggioranza favorevole alle tre parti in cui si articola il testo – era intervenuto il commissario per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni, il quale ha sottolineato il notevole lavoro alle spalle “per correggere le regole esistenti, talmente rigide da non essere state, di fatto, applicate”. Gentiloni ha parlato di un “compromesso positivo, per andare avanti e migliorare il lavoro legislativo”. Da Gentiloni la sottolineatura delle difficoltà affrontate negli ultimi tre anni: il Covid, innanzitutto, che ha azzerato la crescita europea, ha poi conosciuto un tempo di ripresa negli anni 2021-2022 per poi arrestarsi di nuovo, bruscamente, con lo scoppio della guerra in Ucraina e il successivo shock energetico. “Gli Stati, con le nuove regole – ha spiegato Gentiloni – avranno più respiro per fissare le traiettorie di bilancio, con adeguamenti graduali che riducano il deficit, tutelando gli investimenti e dando incentivi alla crescita, senza far venir meno la vigilanza da parte della Commissione”. Gentiloni si è augurato che con questo intervento gli Stati possano “guardare al futuro e fronteggiare le sfide con fiducia senza intaccare la crescita, la transizione verde e digitale e salvaguardando il modello sociale”.
I provvedimenti approvati, però, saranno interpretati e applicati dalla Commissione che si insedierà dopo il voto di giugno. Cosa prevedono le nuove norme? Gli Stati avranno una maggiore libertà negli investimenti e, nel caso in cui questi risultino essenziali, per la Commissione sarà più difficile sottoporre uno Stato a procedura di infrazione se ci saranno disavanzi eccessivi. Inoltre, i Paesi con un debito elevato saranno tenuti a ridurlo progressivamente. La nuova legge prevede inoltre margini di manovra più ampi per raggiungere gli obiettivi previsti nei piani nazionali di sviluppo. Uno dei correlatori, il tedesco Markus Feber, ha evidenziato come “questa riforma rappresenti un nuovo inizio e un ritorno alla responsabilità fiscale. Il nuovo quadro sarà più semplice, più prevedibile e più pragmatico. Tuttavia, le nuove regole potranno essere un successo solo se la Commissione le attuerà correttamente”. Molto, dunque, dipenderà da come le norme saranno recepite. Al momento del voto, tutti i parlamentari italiani si sono astenuti, mentre il Movimento 5 Stelle ha espresso voto contrario.