“Il piano di deportazione dei richiedenti asilo verso il Rwanda resta disumano e assurdo. Distruggerà vite, metterà in pericolo persone vulnerabili e ci vedrà abbandonare il nostro dovere verso chi cerca rifugio nel Regno Unito. E tutto questo viene fatto soltanto perché funziona come trucco elettorale”. Con queste parole Sarah Teather, direttrice del “Jesuit Refugee Service” di Londra, centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo gestito dai Gesuiti del Regno Unito, ha commentato l’annuncio del premier britannico Rishi Sunak secondo cui i primi voli verso il Paese africano partiranno nelle prossime dieci, dodici settimane. Il “Safety of Rwanda Bill”, la legislazione che prevede la deportazione di migliaia di richiedenti asilo verso il Rwanda, in cambio di centinaia di milioni di euro, lanciata due anni fa dal partito conservatore, potrebbe essere approvata questa settimana. I tribunali britannici e la Corte europea dei diritti umani hanno più volte dichiarato che il piano viola i diritti umani dei richiedenti asilo e la Corte Suprema britannica ha definito il Paese africano non sicuro. Il “Jesuit Refugee Service” ha anche espresso preoccupazione perché, nelle ultime settimane, il ministero degli Interni ha cominciato a contattare migranti, ai quali era stato negato il diritto di asilo dal Regno Unito, offrendo loro la possibilità di partire in modo volontario.