“Guardiamo al Buon Pastore come modello ed esempio della nostra vita cristiana, e per Mario e Jairo come modello della loro vita presbiterale”. Lo ha detto sabato pomeriggio mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, nella celebrazione eucaristica durante la quale ha consacrato presbiteri don Jairo Alí Paredes e don William Mario Rota, del clero diocesano.
“Il Buon Pastore è capace di dare la vita per amore, non per interesse, non per convenienza”, ha detto il presule bruzio, che ha descritto questo “amore che si incarna nel qui ed ora della storia e che dilata il cuore fino a rendere tutta la propria vita dono per gli altri”. Per mons. Checchinato, “il rischio che possiamo correre è quello di identificare il nostro sacerdozio come una professione che possiamo esercitare acquisendo sempre più competenze e sicurezze di tipo pastorale, sociale, teologico”. Invece, ha detto rivolgendosi ai novelli presbiteri e al clero presente, “abbiamo bisogno sempre di formarci e di aggiornarci” senza “mai dimenticare la sorgente e la fonte della nostra chiamata che si trova in Gesù e non nelle nostre capacità e risorse”. Difatti, “la sequela del Signore è questione di cuore e non di mente, è una relazione d’amore che va vissuta ogni giorno”.