“Esattamente cinque anni fa decidemmo, come vescovi e pastori di comunità sempre più fragili ed emarginate facenti capo alla Metropolia beneventana, di rialzare le nostre voci a sostegno dei territori che le politiche dei governi, le sempre avverse contingenze economiche, la scarsa capacità di autodeterminazione, hanno finito per rendere veri e propri ‘scarti’, nonostante il loro valore e le loro potenzialità”. Lo scrivono mons. Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino, mons. Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, mons. Giuseppe Mazzafaro, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, mons. Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, dom Riccardo Guariglia, abate di Montevergine, in una lettera intitolata “La sfida possibile”, resa nota oggi.
“La nostra lettera – Mezzanotte del Mezzogiorno? – e le iniziative che ne sono susseguite, sembravano aver riportato la questione delle aree interne nell’agenda nazionale e nel dibattito sui sistemi economici e culturali del Paese, ma l’attualità ci consegna ancora vicende troppo disuguali e distanti dalla narrazione generale – denunciano i presuli –. L’episodio dell’ennesima maxi frana, che ha coinvolto settimane or sono la zona su cui insiste il tracciato della nuova ferrovia ad alta velocità/capacità Napoli-Bari, e che si riflette sui centri del Sannio, dell’Irpinia e della Capitanata, luoghi emblematici del Mezzogiorno d’Italia, è un plastico esempio di come il dramma dello spopolamento e dell’abbandono di certi territori incida sul dissesto idrogeologico, segnando ancora più marcatamente la spaccatura tra Nord e Sud”.
In tutto questo, prosegue la disamina, “i possibili benefici derivanti dal Pnrr sembrano essere stati già vanificati dalla scarsa attitudine alla programmazione strategica. Inoltre, il diverso trattamento nell’erogazione dei fondi e la prospettiva di un’autonomia differenziata incombono sinistramente su ogni possibile azione di riscatto, nonostante le nostre comunità resilienti siano pronte a proporre la loro sfida, fatta di missioni originali e finalmente convergenti”.
I vescovi chiedono “che il precario, ma costante cammino intrapreso a favore delle zone più emarginate del Paese non venga interrotto dalla sfiducia e dalla rassegnazione; che gli amministratori locali si tengano a distanza di sicurezza dalla tentazione di ‘salvarsi da soli’ e pongano in essere politiche coraggiose di unità; che le Istituzioni intensifichino il proprio impegno nell’esercizio della carità politica ed educativa”.
In attesa della conclusione di opere come l’alta velocità/capacità ferroviaria e di nuove infrastrutture digitali, i presuli ricordano che sono proprio questi i due temi al centro del Forum delle aree interne del 6 e del 7 maggio al Centro “La Pace” di Benevento: “Alta velocità: partire, tornare… forse restare”, il titolo dell’appuntamento.