“C’è molta preoccupazione per la guerra, per le raffiche di armi e, soprattutto, per il fatto che alla guerra ci stiamo troppo rassegnando”. A lanciare il grido d’allarme è stato Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, presentando oggi a Roma tre iniziative dell’associazione: l’incontro con il Papa del 25 aprile, l’Assemblea nazionale a Sacrofano dal 25 al 28 aprile e il Bilancio di sostenibilità. “Incontrando il Papa – ha spiegato a proposito del tema della giornata del 25 aprile, A braccia aperte – vogliamo dire che bisogna lavorare per la pace, impegnarci per quell’artigianato di pace, chiestoci da Papa Francesco, che implica la tessitura di alleanze, perché la pace è qualcosa che si costruisce insieme. L’Azione Cattolica è un’associazione che non vuole camminare da sola, ma insieme alle altre associazioni, perché la fraternità è una sfida politica: costruire la pace significa costruire percorsi di cittadinanza attiva e di partecipazione piena alla vita della comunità cristiana. Aprire le braccia, in un mondo che tende a chiuderle, significa fare spazio ad uno stile di vita non violento, ma anche capace di donarsi per volere il bene di tutti”. Il presidente di Ac ha espresso inoltre “preoccupazione” per l’autonomia differenziata, un sentimento che “si registra a Nord e a Sud”. “Speriamo che le istanze che vengono dal basso siano raccolte”, l’auspicio di Notarstefano: “Comprendiamo la giusta istanza di autonomia delle istituzioni locali, in base al titolo quinto della Costituzione, purché però avvenga dentro un quadro molto chiaro, quello della coesione sociale e territoriale”. “Tutto ciò che riguarda la Costituzione ha bisogno di essere trattato nell’attica di un dialogo più ampio, non solo con le forze politiche ma anche con le forze sociali del Paese”. Quanto al voto e alla tendenza sempre più marcata all’astensionismo, secondo Notarstefano “occorre interrogarsi perché tanti credenti non distratti facciano fatica a trovare una rappresentanza”.