“Sarebbe un grave errore delegittimare l’Unione Europea come tale perchè non rispetta in tutto la nostra visione cristiana, poichè la fine dell’Unione sarebbe un tradimento ancora più grande, e questa volta da parte nostra, di un risultato storico che condensa un frutto della tradizione cristiana e una possibilità di futuro per i nostri Paesi e per le nostre Chiese”. Lo ha detto mons. Mariano Crociata, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea, aprendo a Łomża, in Polonia, l’Assemblea plenaria di primavera della Comece (17-19 aprile). Il riferimento del presidente dei vescovi Ue va alle ultime decisioni prese a Bruxelles in merito all’aborto con l’invito ad introdurlo tra i diritti fondamentali della Carta dei diritti Ue e alla soluzione adottata in tema di migrazioni e asilo con il cosiddetto “Patto Europeo”. “Ci può essere la tentazione – osserva Crociata parlando ai vescovi delegati delle Conferenze episcopali – di prenderne le distanze, di raffreddarne l’apprezzamento e l’incoraggiamento, a motivo di alcune scelte che contraddicono frontalmente la nostra coscienza umana e religiosa”. Bisogna pertanto, anche i vista delle elezioni europee, fare attenzione. Perchè, aggiunge Crociata, “se non ci fosse più l’Unione Europea verrebbe meno anche la possibilità per noi di far sentire la nostra voce e di incidere sulle dinamiche di un intero continente. Mi permetto di dire che la possibilità di contribuire a una Unione Europea migliore è una delle residue occasioni, per quanto è in nostro potere e nelle nostre capacità di previsione, per consentire alla fede cristiana di essere annunciata, testimoniata e vissuta anche nel futuro a venire in tutta Europa. Non ci venga meno questa intelligenza insieme di fede e di storia. Anche perché questa è l’unica via per salvaguardare pace, sicurezza e benessere nei nostri Paesi e nel nostro continente”.