L’hanno battezzata “Caravana Viacrucis migrante”. È l’ultima carovana che sta tentando di attraversare il Messico, con grande lentezza e tra mille ostacoli. Composta da almeno duemila persone di vari Paesi latinoamericani e caraibici (con molte donne, bambini, anziani) è partita il 25 marzo dalla città di confine di Tapachula, nello Stato meridionale del Chiapas, diretta al confine con gli Stati Uniti. In 22 giorni, i migranti hanno percorso solo 400 chilometri a piedi. Lunedì, un’operazione della Guardia nazionale messicana per fermare l’avanzata di un gruppo è sfociata in scontri con bastoni e pietre, ma alla fine i migranti sono riusciti a superare la barriera delle forze di sicurezza, che in tenuta antisommossa si erano appostate lungo il cammino, fuori dal comune di Juchitan de Zaragoza, nello Stato meridionale di Oaxaca.
L’associazione Alto al Secuestro ha riferito, lunedì scorso, che nel mese di marzo 2024 in Messico “è stato registrato un numero storico di 521 vittime di rapimento”. Del totale, 262 persone erano migranti e sono scomparse principalmente negli Stati meridionali del Chiapas (101) e Oaxaca (85), oltre che a Città del Messico (30).
Un altro rapporto dell’ong Plan International en México ha, invece, denunciato che il 53% delle donne migranti che ha attraversato il Messico ha dichiarato di essere stata vittima di crimini, soprattutto estorsioni. Inoltre, il 28% di queste donne ha riportato episodi di rapimento o sparizione forzata.