Il sequestro dei beni statali russi e il loro utilizzo a sostegno della ricostruzione dell’Ucraina: questo ha chiesto l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), riunita in questi giorni a Strasburgo in sessione plenaria. Ciò servirebbe a rafforzare l’Ucraina, “garantirebbe la responsabilità della Federazione Russa e scoraggerebbe contro qualsiasi altra futura aggressione”, spiega una nota diffusa nella serata di ieri. La proposta è contenuta in una risoluzione adottata all’unanimità dall’Apce, in cui si legge che “lo Stato aggressore, la Federazione Russa, ha l’obbligo di risarcire integralmente i danni, le perdite e le lesioni causate dai suoi atti illeciti”, secondo i principi del diritto internazionale. I beni già congelati, per un valore di circa 300 miliardi di dollari, devono servire per ricostruire l’Ucraina che al giugno 2023 aveva già subito danni per 416 miliardi di dollari. La risoluzione propone inoltre la creazione di un meccanismo internazionale di compensazione, coordinato dal Consiglio d’Europa, di un “fondo fiduciario internazionale”, per depositare i beni dello Stato russo detenuti dagli Stati membri e non membri del Consiglio d’Europa e di una “commissione internazionale imparziale ed efficace” con il compito di verificare le richieste presentate dall’Ucraina. Dall’Apce l’invito agli Stati membri e non del Consiglio d’Europa che detengono beni statali russi a “cooperare attivamente” nel rapido trasferimento dei fondi.