Vittorio Bachelet, “anche quale vicepresidente del Consiglio superiore, è stato testimone autentico dei valori della nostra Costituzione. Si adoperava costantemente per la ricerca di prospettive condivise anche in considerazione delle fratture ideologiche che attraversavano il nostro Paese”. Lo ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di intitolazione del Palazzo sede del Consiglio superiore della magistratura alla memoria di Vittorio Bachelet.
“Essere ‘uomo del dialogo’ è stata, sin dall’inizio, la caratteristica della sua attività politica e sociale”, ha osservato il Capo dello Stato ricordando che “già nel 1946, a vent’anni, da studente, dirigente della Fuci, ricercava sempre il confronto dialettico con le altre componenti universitarie in vista della ricostruzione dell’Italia democratica: ‘Con nessuno dei nostri simili – scriveva – abbiamo il diritto di rifiutarci o di essere pigri nel gettare il ponte’”. “Il dialogo – ha continuato Mattarella – è stato sempre un tratto distintivo del suo impegno nella società profuso lungo l’intero arco della sua vita, nelle organizzazioni cattoliche, nell’insegnamento nelle aule dell’università, nel Consiglio superiore della magistratura, in ogni altra attività pubblica. Il dialogo rappresentava per lui, più che un metodo, l’essenza della democrazia”. “La ricerca del confronto – ha commentato il presidente – non era strada agevole e, talvolta, da taluno neppure apprezzata, in una stagione tra le più tormentate e conflittuali della storia repubblicana, dove non soltanto le parole e le ideologie si facevano più aspre, ma la violenza delle armi pretendeva di farsi strumento di lotta politica, elevando gruppi criminali a soggetto politico”.