“Il lavoro dell’equipaggio della Iuventa, così come di altri che svolgono attività di ricerca e salvataggio in mare, non dovrebbe mai essere criminalizzato. È ora di porre fine ai procedimenti giudiziari nei confronti dei membri dell’equipaggio della Iuventa e degli altri difensori dei diritti umani che hanno prestato servizio sulle navi di soccorso gestite da Medici senza frontiere e Save the Children, nonché alle azioni legali contro le stesse Ong”. E’ quanto auspica Elisa De Pieri ricercatrice regionale di Amnesty International in una dichiarazione diffusa dall’organizzazione in vista della decisione, attesa per il 19 aprile, nel corso dell’ultima udienza preliminare, sul procedimento contro i membri dell’equipaggio della Iuventa.
“L’imminente decisione della corte – sottolinea la rappresentante di Amnesty – avrà conseguenze epocali per le future operazioni di ricerca e salvataggio, oltre che per la vita dei membri dell’equipaggio della nave Iuventa e degli altri equipaggi delle Ong che devono rispondere delle accuse mosse nei loro confronti. L’equipaggio della Iuventa ha salvato 14.000 vite, compresi bambini. Nonostante questo, sono stati vergognosamente trascinati per anni nei tribunali italiani”. “Il pubblico ministero stesso ha già riconosciuto che le accuse contro i membri dell’equipaggio della nave Iuventa e degli altri equipaggi sotto indagine dovrebbero essere ritirate. Questa è un’opportunità per rimediare a un grande errore, e per riconoscere le azioni impavide dei membri dell’equipaggio, che hanno messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Senza di loro, molte altre persone potrebbero morire nelle pericolose acque del Mediterraneo”.