Mentre in Nigeria ricorrono i 10 anni dal rapimento di massa di Chibok nel nord-est, 90 ragazze rimangono prigioniere e il Paese si sta riprendendo da un altro rapimento di studenti nello stato di Kaduna a marzo di quest’anno. Per questo, in una nota diffusa oggi, Unicef chiede di “intensificare gli sforzi per proteggere la popolazione più vulnerabile del Paese, i suoi bambini”. L’Unicef ha pubblicato oggi il “Rapporto di monitoraggio sugli standard minimi per scuole sicure (MSSS)”, che giunge a seguito di inquietanti rapporti sulla violenza nelle scuole, con sfrontati rapimenti di studenti in aumento. Negli ultimi 10 anni, la violenza legata ai conflitti ha portato a più di 1.680 bambini rapiti mentre erano a scuola o altrove; 180 bambini uccisi a causa di attacchi alle scuole; circa 60 membri del personale scolastico rapiti e 14 uccisi; e più di 70 attacchi alle scuole, secondo i rapporti verificati dalle Nazioni Unite. Nel 2021, oltre un milione di bambini aveva paura di tornare a scuola e nel 2020 circa 11.500 scuole sono state chiuse a causa di attacchi, secondo Policy Weekly di Nextier. In particolare, il rapporto evidenzia che solo il 37% delle scuole di 10 Stati dispone di sistemi di allarme rapido per identificare le minacce, come gli attacchi nelle scuole. “Oggi, riflettendo su questa tragedia e su altri recenti rapimenti, è evidente che i nostri sforzi per salvaguardare il futuro dei nostri bambini devono essere ampliati”, dichiara Cristian Munduate, Rappresentante dell’Unicef in Nigeria. L’Unicef Nigeria chiede al Governo, ai partner e alla comunità internazionale di intraprendere azioni decisive per “assicurare che tutte le scuole in tutti gli Stati abbiano le risorse e gli strumenti per attuare pienamente gli standard minimi per le scuole sicure, concentrandosi sulle regioni più vulnerabili”; di “rafforzare le forze dell’ordine e le misure di sicurezza per proteggere gli istituti scolastici e le comunità da attacchi e rapimenti” e di “garantire la continuità dell’istruzione e dell’apprendimento in caso di chiusura delle scuole attraverso percorsi di apprendimento multipli, come programmi radiofonici e televisivi e piattaforme digitali come il Nigeria Learning Passport”.