La giovinezza, simbolo dell’inaugurazione della nuova sede del Consiglio Giovani del Mediterraneo, assume il significato di “ricchezza” nelle parole di mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. Una ricchezza data dall’essere “nuova primavera”, “continuo inizio” e continua ricerca della felicità. Una felicità che tuttavia oggi si scontra con forti contraddizioni, ricorda mons. Baturi, in quanto i giovani sono spesso chiamati alla violenza e all’odio tra di sé. Ma oltre alle guerre ci sono anche le migrazioni per una vita migliore e, in modo particolare in occidente, la forte ansia data da un futuro incerto e instabile, che spesso viene sfogata sul corpo. Lo ha ricordato il vescovo durante l’inaugurazione della sede del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo nel Seminario Vescovile di Fiesole. Per mons. Baturi, i giovani sono “la frontiera di un mondo nuovo, che sta già irradiando luce” grazie al loro sguardo accogliente e privo di pregiudizi. Nella giovinezza, ha aggiunto il segretario generale della Cei, l’uomo prende in consegna se stesso e allo stesso tempo le sorti del mondo intero, “che dipendono in qualche modo dalla sua libertà”. Del mondo intero i giovani vogliono contribuire a determinarne il volto con generosità e creatività. Il compito della Cei è quindi quello di provvedere a una risposta e una compagnia autorevoli per questi giovani, in modo che tramite l’incontro con qualcosa di più grande possa emergere l’energia creativa e costruttiva che li caratterizza. La Cei guarda poi al Mediterraneo, “mare del meticciato”, e alla sua straordinaria potenzialità di dialogo, il quale permette l’incontro e l’autoconoscenza. E sono di nuovo i giovani a poter rendere possibile il dialogo, avendo “meno storia da proteggere” rispetto agli adulti, che tuttavia li supportano e li guidano lungo il cammino, scommettendo sul loro futuro e sull’educazione.