Australia: appello di mons. Fisher (Sydney) alla calma, “la migliore risposta alla violenza e alla paura è la preghiera e la pace”

Sydney, mons. Anthony Fisher (foto arcidiocesi)

“Invito i fedeli a non rispondere a questi eventi con paura, evitando i luoghi di culto perché preoccupati per ulteriori attacchi, né con rabbia, compiendo atti di rappresaglia o di vendetta. La migliore risposta alla violenza e alla paura è la preghiera e la pace”. Un invito alla calma è l’appello lanciato in queste ore dall’arcivescovo di Sydney, mons. Anthony Fisher, dopo l’accoltellamento del vescovo della comunità assira Mar Mari Emmanuel, e di padre Isaac Royel durante una funzione religiosa nella chiesa di Cristo Buon Pastore di Wakeley, circa 30 chilometri a ovest di Sydney.

“Le case di preghiera sono tradizionalmente luoghi di pace e conforto, rifugio e santuario”, scrive nella dichiarazione l’arcivescovo cattolico della città. “Pertanto il video dell’attacco contro un leader religioso durante una funzione religiosa all’interno di una chiesa è stato particolarmente toccante”. “Abbiamo assistito a questo tipo di eventi in altri paesi – osserva l’arcivescovo – ma, fino ad ora, l’Australia è stata in gran parte esente da questo tipo di palese violenza all’interno e intorno ai luoghi di culto. Ogni persona in questo Paese, sia essa vescovo o sacerdote, rabbino o imam, ministro o fedele, dovrebbe poter pregare in sicurezza, senza timore di essere soggetta ad atti di violenza mentre si riunisce in preghiera”. Da qui l’invito alla calma e a non cedere alla paura. “A nome dell’arcidiocesi cattolica di Sydney, e in solidarietà con altri leader religiosi – conclude mons. Fisher – , offro sostegno con la preghiera al vescovo Emmanuel, a padre Royel e a tutte le altre persone colpite. Possa il Dio della pace regnare nella nostra terra”.

Sabato scorso sempre a Sydney un uomo armato di coltello aveva fatto strage in un centro commerciale, uccidendo sei persone e ferendone dodici. Era poi stato ucciso dalla polizia. Quasi tutte le vittime erano donne. In quel caso all’origine dell’aggressione c’era un grave disagio psichiatrico, confermato dal padre del killer. Riguardo invece all’attacco contro il vescovo, in conferenza stampa la commissaria di polizia del nuovo Galles del Sud, Karen Webb, ha detto che è considerato un atto di “estremismo” di matrice religiosa. Nella tarda serata di ieri sera, il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha convocato per un incontro i leader religiosi di diverse comunità religiose occidentali di Sydney. Secondo quanto riporta l’agenzia cattolica australiana Cathnews, tutti i leader “hanno approvato e sostenuto una condanna unanime della violenza in qualsiasi forma” chiedendo a tutti di agire sempre con “rispetto reciproco”. “Ora è il momento di dimostrare che siamo forti e uniti come comunità del Nuovo Galles del Sud”.

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