“Parlare di pace oggi in Terra Santa potrebbe sembrare una cosa astratta. La pace è la grande assente di questo momento, e non da oggi. Insieme alla pace sono assenti anche la fiducia, il coraggio, il desiderio di incontrare l’altro, di riconoscere l’uno l’esistenza dell’altro. Ma soprattutto manca la capacità di perdonare. Questo è molto importante soprattutto per noi cristiani. E senza il perdono sarà molto difficile voltare pagina”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, in un video messaggio inviato all’evento Earth Day 2024 che si è svolto, il 13 e 14 aprile, ad Ascoli Piceno per iniziativa della diocesi locale cui ha partecipato anche il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e, sempre con un video messaggio, il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli.
“La pace – ha aggiunto il patriarca – ha bisogno di giustizia e di riconoscere i diritti di tutti. La giustizia – ha ribadito – è legata alla verità, ma senza perdono, senza riconoscere il bisogno di superare l’odio che ci ha invaso con atteggiamenti di carità, di amore, di accoglienza, sarà molto difficile uscire dalla spirale nella quale siamo caduti”. Nel video il cardinale non fa menzione dell’attacco iraniano (perché registrato prima di sabato 13 aprile, ndr.) ma si sofferma sulla situazione a Gaza dove “l’emergenza umanitaria è molto grave, come riportano i media e le notizie che arrivano da lì. Tuttavia, ciò che crea il maggiore disorientamento è la mancanza di chiarezza sul futuro, non avere chiare prospettive di uscita da questa crisi, dal punto di vista politico, militare, sociale e anche religioso”. Da qui il monito: “Abbiamo bisogno soprattutto di grande coraggio e di visione, dobbiamo essere capace di aprire orizzonti, di creare prospettive, cose che in questo momento mancano. La vostra preghiera e vicinanza – ha detto rivolgendosi ai fedeli che affollavano la piazza – sono importanti. C’è una cosa di cui tutti qui abbiamo bisogno, cristiani, ebrei, musulmani, ed è la vicinanza. Ebrei e palestinesi ci dicono molto spesso: ‘Sappiamo molto bene che non potete risolvere i nostri problemi. Ma abbiamo bisogno di sapere che ci siete vicini, che ci volete bene. È necessario esprimere questa empatia – ha ribadito il patriarca – il che non significa nascondersi i problemi dove ci sono, ma sapere andare oltre e cercare sempre occasioni di incontro e di relazione. Senza di queste la pace non si costruisce”. Infine l’appello: “Siamo tutti credenti e abbiamo bisogno di rivolgerci all’unico Dio, padre di tutti, perché cambi il nostro cuore. Dobbiamo con la preghiera andare oltre i confini della nostra piccola esistenza. Pregate anche per noi. C’è la preghiera di intercessione, che è molto importante. La vostra preghiera possa intercedere e cambiare il nostro cuore e il cuore di coloro che prendono le decisioni qui in Terra Santa”. Il card. Pizzaballa avrebbe dovuto oggi prendere possesso cardinalizio della chiesa di sant’Onofrio a Roma, ma a causa della situazione di tensione acuitasi dopo l’attacco iraniano a Israele ha deciso di restare a Gerusalemme. La presa di possesso, come confermato dallo stesso porporato al Sir, “è stata posticipata”.