“L’essenza dell’esperienza cristiana” risiede “nell’essere partecipi della comunione eucaristica, dono pasquale del Risorto, e nel diventarne testimoni credibili e coraggiosi in tutti i contesti e in tutte le forme possibili”. Lo ha sottolineato, ieri, mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, celebrando la messa nell’aula magna dell’Ateneo di Largo Gemelli 1 a Milano, per la 100ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Invitando a riflettere su: “Domanda di futuro. I giovani tra disincanto e desiderio”, il presule ha evidenziato: “Lo smarrimento dei giovani e le inquietudini che attraversano le nuove generazioni” assomigliano molto “allo smarrimento dei due discepoli di Emmaus. Anche oggi serve qualcuno che alla luce delle Scritture spieghi come vivere le sfide del nostro tempo e affrontare i tornanti complessi della storia contemporanea”.
L’Università Cattolica, ha ricordato, “è nata per essere un luogo dove, grazie ad un dialogo serrato, aperto e illuminato dalla fede tra docenti e studenti, nel costante confronto con tutti i saperi, si affrontano le grandi questioni e si acquisiscono quelle competenze necessarie per contribuire ad un mondo dove le donne e gli uomini possano vivere in modo solidale e giusto”.
Mons. Giuliodori ha osservato: “I giovani sperimentano, spesso con sofferenza, l’insicurezza e la fragilità ma hanno sete di assoluto e sono in ricerca, anche per vie nuove e inesplorate, di punti di riferimento e di relazioni autentiche, come dimostra anche l’interessante ricerca pubblicata in occasione di questa Giornata ‘Cerco dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità’ (Vita e Pensiero, Milano 2024). C’è bisogno di persone e luoghi che aiutino i giovani ad incontrare il Risorto e a diventarne, con la loro freschezza e creatività, veri testimoni”.
L’Ateneo dei cattolici italiani, ha sottolineato l’assistente generale, “si sente parte di questa missione nella consapevolezza di avere un mandato particolare. Lo sottolineava già Pio XI nel discorso che rivolgeva 100 anni fa agli Amici dell’Università evidenziando che a tutti gli aspetti accademici: ‘Si aggiunge quell’elemento soprannaturale che il nome di Cattolico indica e che il Cuore di Gesù, sfavillante di luce divina ed ardente di divino amore, promette; ed è perciò che di questa grande cosa non si può trattare con mezzi puramente umani’. In questo senso anche l’Ateneo si pone come singolare testimonianza del Risorto, in quanto luogo di formazione integrale, volano di speranza per i giovani e spazio di feconda elaborazione culturale a servizio della società e della Chiesa”.