Le Acli dell’Emilia-Romagna e bolognesi esprimono il proprio cordoglio per le vittime dell’esplosione della centrale di Suviana, vicinanza ai feriti, alle loro famiglie e si aggrappano alla flebile speranza per i dispersi. “La nostra vicinanza va a tutta la comunità locale, per la terribile tragedia che l’ha sconvolta”, dice Luca Conti, presidente delle Acli Emilia-Romagna. “Questo gravissimo evento – osserva – deve far riflettere sul tema della sicurezza sul lavoro, troppo spesso trascurato. Occorrono rigidi controlli sull’applicazione delle norme di sicurezza da parte delle imprese, sulla formazione che viene erogata ai lavoratori in base alla mansione e sull’effettiva ricezione di essa. Di fronte a queste tragedie le istituzioni e le forze politiche devono trovare unità di intenti, che porti ad un’inversione di questa tragica tendenza, sia garantendo la rigida applicazione delle norme esistenti, sia con la loro implementazione”.
“Si è molto parlato del ‘tesoretto’ dell’Inail”, prosegue Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna. “Riteniamo che questi fondi vadano utilizzati per la formazione e la verifica del rispetto delle norme di sicurezza, specie per i lavoratori più giovani – aggiunge -. Si è molto parlato anche dell’età di una delle vittime, un tecnico che continuava, dopo la pensione, a prestare la propria consulenza. Nulla in contrario a questa pratica, anzi: ma il fatto che le aziende, spesso, trovino le competenze che occorrono solo in lavoratori pensionati o prossimi ad essa denota l’incapacità del nostro sistema di formazione di portare anche i più giovani a livelli di esperienza adeguati. Concausa sono senz’altro la precarietà e l’alto turnover, che non consentono di specializzarsi secondo le richieste del mercato e delle imprese. Occorre quindi investire sempre più in una formazione professionale che coinvolga le aziende e il personale più esperto, perché si sviluppino competenze adeguate, anche in materia di sicurezza e prevenzione degli incidenti”.