“Ci rattrista anche la posizione di alcuni partiti che si richiamano alla tradizione democratica cristiana come il Partito popolare europeo che su questo tema, oggi, si è spaccato. È vero che una buona parte ha votato contro ma bisogna dire anche che una buona parte ha votato a favore di questa mozione. Se ci pensiamo è un po’ scandaloso”. Lo dice don Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), commentando il voto oggi del Parlamento europeo alla risoluzione che chiede di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. “A volte su questi temi – osserva il sacerdote -, si vota a favore o contro per una certa obbedienza di partito, altre per ignoranza e poca conoscenza della materia. Richiamiamo i partiti e i politici alla responsabilità mentre si avvicinano le elezioni europee”. “Speriamo che il nuovo Parlamento che uscirà dalle urne, abbia a cuore questi temi. Ma questo dipenderà dagli elettori”. Il segretario generale della Comece non nasconde il fatto che il voto di oggi “ci rattrista molto, anche se era aspettato”. I vescovi avevano espresso il punto di vista della Chiesa cattolica in una Dichiarazione diffusa nei giorni scorsi alla vigilia del voto, affermando che “l’aborto non può essere considerato un diritto. Il diritto umano fondamentale è il diritto alla vita. La morte evidentemente è la sua negazione”. La Chiesa pertanto si schiera sempre a favore della “difesa della vita, soprattutto quando è in situazione di vulnerabilità come è quella del bambino non ancora nato nel grembo di suo madre”. Don Manuel Barrios Prieto ricorda che i vescovi sollevano anche la questione del “rispetto che l’Unione europea deve avere per le competenze nazionali così come per altre tradizioni culturali e legislative”. Insomma, conclude il sacerdote, i vescovi hanno proposto una chiara argomentazione sulla questione. “Purtroppo però constatiamo che il Parlamento continua a votare sulla stessa alinea e questo ci rattrista”.