L’escalation di conflitti regionali e interni sta minacciando la vita dei civili in Siria. Oggi 16,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui quasi la metà bambini. L’allarme arriva da un gruppo di organizzazioni presenti nel Paese, tra cui Save the Children, che invitano “tutte le parti a cessare urgentemente le ostilità, ad assicurare la protezione dei civili e l’immediato rispetto del diritto internazionale umanitario”. Il Forum regionale delle Ingo in Siria (Sirf) sottolinea, in una nota, che “gli attacchi stanno mettendo a rischio la vita delle persone, continuando a causare danni alle infrastrutture civili e limitando l’accesso ai servizi essenziali. I dati ottenuti dal Sirf mostrano che negli ultimi nove mesi sono stati segnalati dai partner umanitari più di 16.000 incidenti legati al conflitto, con un aumento del 33% rispetto al periodo precedente”. Con l’attenzione internazionale “focalizzata sulla devastazione in corso a Gaza, si teme che le parti in conflitto stiano intensificando le ostilità all’interno della Siria mentre il mondo guarda altrove. È necessario lavorare urgentemente per allentare la tensione”. Dall’inizio del conflitto a Gaza, “ci sono stati 45 attacchi aerei in Siria, con una media di quasi due a settimana. Più di 60 civili sono stati uccisi negli attacchi più recenti, che hanno avuto luogo in aree urbane e aeroporti densamente popolati, tra cui Aleppo, Damasco, Latakia, Deir Ez-Zor, Idlib e Qamishli. Più recentemente, due civili sono stati uccisi durante un attacco in un sobborgo di Damasco dove si trovano le sedi e gli alloggi di Ong e Onu. L’escalation del conflitto, prosegue Save the Children, rappresenta una minaccia anche per gli operatori umanitari. I bisogni umanitari in tutta la Siria “non sono mai stati così elevati come lo sono oggi. 16,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza, di cui quasi la metà sono bambini. L’escalation del conflitto rischia di aumentare queste richieste in un momento in cui il sostegno dei donatori alla Siria sta diminuendo”. Per Save the Children “sarebbe preferibile impegnarsi con le comunità e i donatori per affrontare i bisogni a medio e lungo termine attraverso interventi di ripresa rapida mirati ad alleviare la povertà in tutta la Siria. Ciò sarà possibile solo attraverso la cessazione immediata di tutte le ostilità nella regione, un’ampia protezione dei civili e delle infrastrutture civili e un maggiore sostegno agli interventi umanitari e di ripresa rapida”.