Siria: raid di Israele. Il nunzio Zenari al Sir, “temo una escalation internazionale”

Cardinale Mario Zenari - (foto: Caiffa/SIR)

“Se si continua di questo passo temo una escalation internazionale. Dal 7 ottobre ad oggi ci sono stati più di 50 attacchi sul suolo siriano”. A parlare al Sir è il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, a margine del 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso fino a domani a Grado (Gorizia). Stamattina le Forze di difesa israeliane hanno compiuto un nuovo raid aereo contro una ”infrastruttura militare” usata dal gruppo libanese di Hezbollah in Siria. Un paio di settimane fa Israele ha colpito il consolato dell’Iran a Damasco, tanto che la Repubblica islamica ha minacciato ritorsioni. Intanto ieri otto appartenenti a una milizia filo-iraniana sono stati uccisi a coltellate nella città di al-Mayadin, nella Siria orientale, probabilmente l’Isis è responsabile dell’attacco. “In Siria abbiamo cinque eserciti stranieri presenti sul territorio: Russia, Usa, Turchia, Iran e Hezbollah. A questi si sono aggiunti i raid di Israele. Prima colpivano solo di notte, ora a tutte le ore del giorno, in maniera molto precisa, anche nel centro di Damasco – racconta il cardinale Zenari, che vive dal 2008 nella capitale siriana ed ha vissuto tutte le fasi del conflitto -. Il governo non ha la forza di tenere a bada questi eserciti ma la situazione è seria, non c’è da scherzare”. Secondo il nunzio in Siria per trovare una soluzione al conflitto che dura da 14 anni, “devono muoversi Damasco, Washington e Bruxelles”. “Soprattutto l’Europa potrebbe fare di più – afferma – e gli europei possono aiutarci scegliendo per chi votare alle prossime elezioni. Anche l’Italia, che ha un inviato speciale in Siria, potrebbe giocare le sue carte speciali”.

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