“No al male e no all’indifferenza, sì’ al cammino che ci fa progredire nella vita. E per questo ci vuole lottare”. È l’invito, a braccio, del Papa, al termine della catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla fortezza, “una virtù fondamentale perché prende sul serio la sfida del male nel mondo”. “Qualcuno finge che esso non esista, che tutto vada bene, che la volontà umana non sia talvolta cieca, che nella storia non si dibattano forze oscure portatrici di morte”, l’obiezione di Francesco: “Ma basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano”. “La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un ‘no’ secco a tutto questo”, ha garantito il Papa: “Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti. Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie. C’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro ‘no’ al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza”.