“Il nostro impegno è necessario, ma non basta; non basta, siamo deboli, non possiamo; solo Dio conosce e guarisce il cuore. Mettetevi questo bene nella mente: solo Dio è capace di conoscere e guarire il cuore, solo Lui può liberarlo dal male. Perché ciò avvenga occorre portargli il nostro cuore aperto e contrito”. Lo ha detto Papa Francesco questo pomeriggio nell’omelia della liturgia penitenziale, nella parrocchia di San Pio V, a Roma. La celebrazione apre l’iniziativa quaresimale “24 ore per il Signore”, promossa dal Dicastero per l’Evangelizzazione, che ogni anno si celebra nelle diocesi di tutto il mondo, alla vigilia della IV Domenica di Quaresima, Domenica “in Laetare”. “Egli ci desidera rinnovati, liberi e leggeri dentro, felici e in cammino, non parcheggiati sulle strade della vita – ha aggiunto -. Lui sa quanto è facile per noi inciampare, cadere e rimanere a terra, e vuole rialzarci”.
Dal Papa quindi l’incoraggiamento a non rinunciare al perdono di Dio, al sacramento della Riconciliazione: “Non è una pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana; non è questione di saper dire bene i peccati, ma di riconoscerci peccatori e di buttarci tra le braccia di Gesù crocifisso per essere liberati; non è un gesto moralistico, ma la risurrezione del cuore”, ha spiegato Francesco. E ha aggiunto un’altra esortazione per i sacerdoti che amministrano il perdono di Dio. “Sentiamoci dispensatori della gioia del Padre che ritrova il figlio smarrito; sentiamo che le nostre mani, poste sul capo dei fedeli, sono quelle forate di misericordia di Gesù, che trasforma le piaghe del peccato in canali di misericordia; sentiamo che ‘il perdono e la pace’ che proclamiamo sono la carezza dello Spirito Santo sul cuore dei fedeli”. “Perdoniamo sempre, cari fratelli sacerdoti, e ritroveremo noi stessi; concediamo sempre il perdono a chi lo domanda e aiutiamo chi prova timore ad accostarsi con fiducia al sacramento della guarigione e della gioia. Rimettiamo il perdono di Dio al centro della Chiesa!”, ha concluso.