La “possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza, più comunemente è autenticamente chiamato aborto, viene spesso diffuso come se fosse una conquista di civiltà. Per me è assolutamente al contrario”. Così mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, commenta l’introduzione in Francia dell’aborto nella Carta costituzionale. “Tra l’altro è stato votato in Senato con una maggioranza schiacciante, mi pare 720 voti favorevoli contro 70 contrari”, sottolinea il presule, secondo cui “questo già in sé è un pessimo segnale di non civiltà”.
“In realtà – riconosce il vescovo – le cose purtroppo materialmente non cambiano, perché l’aborto era già consentito in Francia come è consentito nella maggior parte dei Paesi del mondo”. “Ma il segnale – ammonisce mons. Suetta – è molto pericoloso ed è anche molto indicativo negativamente, perché si vuole quasi consacrare la pratica dell’aborto come un diritto”. “Giustamente – aggiunge – la Pontificia Accademia della Vita ha espressamente fatto notare come non possa essere considerato un diritto la soppressione di una vita umana per qualsiasi motivo”. Il vescovo punta il dito anche contro “quella sorta di celebrazione, di festa popolare che hanno fatto in Francia per osannare questa riforma costituzionale, addirittura scrivendo anche il motto di questa campagna sulla Tour Eiffel. A me pare che questo sia un segnale pericolosissimo di degrado morale, di calo di civiltà, ma anche uno spingere sul pedale dell’acceleratore dell’indifferenza, cercando a tutti i costi di far passare l’aborto come se non fosse un omicidio, come se fosse soltanto una questione di libera autodeterminazione della donna e come se il feto abortito non fosse già persona umana”. Mons. Suetta conclude con un’ultima osservazione: “Le leggi non sono soltanto l’esito di qualcosa che accade nella società, ma le leggi hanno anche una funzione educativa e dunque la promozione di questo inserimento nella Carta costituzionale francese del diritto all’aborto diventa purtroppo direttamente una promozione dell’aborto e noi sappiamo come oggi l’aborto, che rimane sempre drammatico e che rimane sempre illecito, non sia legato soprattutto al fatto di situazioni estreme, così come non è bene affrontare i problemi dal punto di vista estremo, ma oggi si ricorre all’aborto per futili motivi. Si ricorre all’aborto perché si è cercato di destabilizzare e distruggere la famiglia e si ricorre all’aborto perché purtroppo i nostri giovani non sanno cosa sia veramente l’affettività e la sessualità e non sanno viverla in maniera autenticamente libera e umana”.