“Sempre di più, l’Intelligenza artificiale sta forgiando il mondo in cui viviamo: le nostre prospettive di lavoro, i nostri risultati in ambito sanitario, il nostro accesso a prestazioni e servizi. L’elenco delle aree interessate dall’Ia è lungo e in crescita. Se non impariamo a sfruttarne il potenziale per colmare le disuguaglianze, comprese quelle di genere, e per prevenire la discriminazione, l’Ia può diventare e diventerà una forza che radica, perpetua e amplifica le disuguaglianze. Lo dichiara la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, alla vigilia della Giornata internazionale della donna. Un recente studio del Consiglio d’Europa ha indicato delle carenze nei meccanismi esistenti volti a prevenire la discriminazione nello sviluppo di sistemi algoritmici. Lo studio illustra i modi di utilizzare la tecnologia per promuovere l’uguaglianza e la necessità di valutazioni dell’impatto sui diritti umani in tutto il ciclo di vita dell’aA.
“Abbiamo avviato dei lavori per fornire orientamenti essenziali ai governi attraverso uno strumento non vincolante sull’impatto dei sistemi di intelligenza artificiale, sul loro potenziale di promuovere l’uguaglianza, compresa quella di genere, e sui rischi che potrebbero causare in relazione alla discriminazione. Questi lavori integrano i negoziati in corso del Consiglio d’Europa tesi a raggiungere un accordo globale per l’implementazione dell’Ia basata sui diritti umani, sullo Stato di diritto e sulla democrazia”.
“Dato il ruolo sempre più centrale dell’Ia nelle nostre vite, quest’anno celebriamo la Giornata internazionale della donna con un invito a sfruttare la potenza dell’Ia per individuare i pregiudizi e affrontare le disuguaglianze di genere, nonché per assicurare una narrazione e un immaginario più inclusivi. Si presenteranno delle sfide lungo il percorso, ma i rischi che si corrono indicano che dobbiamo perseverare. Una forza lavoro più eterogenea e in cui vi sia parità di genere è necessaria per contribuire a contrastare i pregiudizi nei sistemi di Ia. Lancio un appello per un’istruzione e una formazione più inclusive sulle competenze digitali in Europa, assicurando una partecipazione molto più diversificata alle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”.