“Non c’è un’alternativa realistica” alla missione internazionale per affrontare la situazione di Haiti, sempre più fuori controllo. Lo ha detto ieri, da Ginevra, il segretario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk. La situazione è diventata “più che insostenibile”, ha aggiunto, affermando che secondo i dati in mano all’ufficio Onu 1.193 persone uccise in mezzo alla violenza delle bande dall’inizio del 2024. La dichiarazione è avvenuta poche ore prima che a New York iniziasse la riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata proprio ad Haiti, che si trova, di fatto, senza Governo, una volta accertato che il primo ministro, Ariel Henry, si trova a Porto Rico, perché impossibilitato ad atterrare nel suo Paese, a Port-au-Prince, e anche nella vicina Repubblica Dominicana. A impedire il ritorno nel Paese del premier, le cui dimissioni sono state chieste a gran voce da vaste fasce della popolazione è un’inedita coalizione di gang, guidata da Jimmy Chérizier alias Barbecue. Henry, a Porto Rico, è sotto protezione dell’Fbi, ma non si conoscono i suoi prossimi passi, che molti dipenderanno dall’atteggiamento degli Stati Uniti, che finora lo hanno sostenuto e nel contempo hanno appoggiato l’invio di una forza di polizia internazionale.
Nel frattempo l’ong Medici senza frontiere ha comunicato che il proprio ospedale di Tabarre, a Port-au-Prince è al limite della capacità, a causa dell’aggravarsi delle violenze provocate dai gruppi armati. “Riceviamo tra i cinque e i dieci nuovi casi al giorno”, ha dichiarato il coordinatore di MSF ad Haiti, Mumuza Muhindo Musubaho, secondo il quale la struttura ha aggiunto più di venti posti letto dopo l’aggravarsi della situazione il 28 febbraio, “per un totale di 75 posti letto”. Per alleviare la paralisi di altri ospedali, Msf ha anche riaperto un centro di emergenza nella zona di Turgeau e un nuovo ospedale da 25 posti letto a Carrefour.