“Approfittiamo di questa Quaresima per lottare contro la nostra superbia”. È l’invito del Papa, nel testo preparato per l’udienza di oggi, che non ha letto a causa del perdurare del raffreddore, come ha spiegato ai fedeli riuniti in piazza San Pietro. “Nei Vangeli Gesù ha a che fare con tanta gente superba, e spesso è andato a stanare questo vizio anche in persone che lo nascondevano molto bene”, ricorda Francesco: “Pietro sbandiera la sua fedeltà a tutta prova: ‘Se anche tutti ti abbandonassero, io no!’. Presto farà invece l’esperienza di essere come gli altri, anche lui pauroso davanti alla morte che non immaginava potesse essere così vicina. E così il secondo Pietro, quello che non solleva più il mento ma che piange lacrime salate, verrà medicato da Gesù e sarà finalmente adatto a reggere il peso della Chiesa. Prima sfoggiava una presunzione che era meglio non sbandierare; ora invece è un discepolo fedele che, come dice una parabola, il padrone può mettere ‘a capo di tutti i suoi averi’”. “La salvezza passa per l’umiltà, vero rimedio ad ogni atto di superbia”, il monito del Papa: “Nel Magnificat, Maria canta il Dio che con la sua potenza disperde i superbi nei pensieri malati del loro cuore. È inutile rubare qualcosa a Dio, come sperano di fare i superbi, perché in fin dei conti Lui ci vuole donare tutto. Per questo l’apostolo Giacomo, alla sua comunità ferita da lotte intestine originate dall’orgoglio, scrive così: ‘Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia’”.