Nel fine settimana dell’8 e del 9 marzo Livorno ospiterà il nuovo incontro internazionale di Medì, convocato dalla Comunità di Sant’Egidio con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Livorno, e la collaborazione della diocesi di Livorno e di Istoreco. “La pace – viene sottolineato in una nota – è più che un principio. È una ricerca di relazioni, è la costruzione di rapporti finalizzati alla realizzazione di un progetto, è ‘resilienza’ alla violenza e all’idea che la guerra sia inevitabile e, addirittura, uno strumento accettabile, nobilitato compre preventivo. E i risultati si sono visti. Ma c’è un’alternativa (disarmo, memoria, percorsi di integrazione e di pace) interpretata concretamente dalle città del Mediterraneo in un mare agitato dalla Storia”. Ad esse, al loro mare e a quanti non si rassegnano alla “logica” dello scontro, è dedicato l’appuntamento che si terrà venerdì 8 marzo, dalle 17, al Teatro Goldoni e nella mattina di sabato 9 marzo, dalle 9.30, alla Goldonetta.
Dopo la cerimonia inaugurale, con gli indirizzi di saluto di mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Luca Salvetti, sindaco di Livorno, e l’intervento di Andrea Riccardi, storico e fondatore della fondatore di Sant’Egidio, sono previsti tre panel di approfondimento: venerdì “La memoria edifica la città” e, sabato, “Le donne nelle città del mediterraneo” e “Scrivere la città”. Nel primo si confronteranno i politologi di Istanbul, Cengiz Aktar, e di Tunisi, Nadia Marzouki, con Pascal Luongo (Marsiglia, avvocato), Ahmed Maher (Alessandria d’Egitto, ingegnere), Jaume Munoz Jofre (storico di Barcellona), alle prese con realtà che vogliono riscrivere la propria identità e missione. Nel secondo spazio alle voci di Delia Buonomo (Caffè Hobbit, Ventimiglia), Philippa Kempson (Hope Project, Lesbo), Helena Maleno (ricercatrice sociale, Tangeri), Corinne Vella (giornalista, Malta), Barbara Bonciani (sociologa, di Livorno). Nell’ultimo, infine, si alterneranno il racconto di Pietro Spirito, giornalista e scrittore triestino, la poesia di Tatjana Gromaca di Pola, l’ironia di Marco Gasperetti e l’energia cortese di Chiraz Gafsia, che a Tunisi è una delle giovani esponenti della nascente architettura sociale.
“Le città vogliono vivere e dire la loro in questo tempo violento”, spiegano gli organizzatori: “Barcellona, Marsiglia, Genova, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Siracusa, Trieste, Salonicco, Smirne, Istanbul, Beirut, Haifa, Tel Aviv, Alessandria, Tunisi, Tangeri, Malta, Lesbo, Lampedusa sono le città che si riuniscono di anno in anno a Livorno, a dispetto delle ondate divisive che le investono. Hanno qualcosa da dire, hanno molto da raccontare. Questi incontri vogliono ascoltare la loro voce. E fugare con l’amicizia, i fantasmi dell’inimicizia”.