“L’8 marzo deve diventare una giornata di riflessione e rivendicazione, non possiamo sentire parlare ancora di festa in una società dove siamo lontani anni luce dalla parità tra i sessi”. Così Chiara Volpato, responsabile nazionale del Coordinamento Donne Acli, in una nota in occasione della Giornata internazionale della donna.
“La ricerca che abbiamo presentato qualche mese fa, ‘Lavorare dis/pari’, purtroppo è sempre attualissima: c’è ancora disparità salariale di genere e metà delle donne in Italia non è economicamente autonoma. A questo si aggiunge la precarietà del lavoro femminile, condizionato dalla presenza o meno di figli e di altri carichi familiari, il tutto con un’incidenza sulla carriera e anche sulle pensioni. Vivere la vita in libertà, con potere di scelta senza costrizioni, gioire per la maternità, ma anche per lo sviluppo della propria carriera, vivere l’amore senza ricatti e conseguenze nefaste dovrebbe costituire un naturale percorso umano e spirituale per ogni donna”.
“È chiaro che le leggi da sole non sono sufficienti a rendere effettiva la parità – prosegue Volpato –, urgono interventi trasformativi anche sul piano culturale, a partire dal linguaggio, per creare un nuovo spazio di consapevolezza e di azione: occorre fornire alle nuove generazioni, a partire dall’infanzia, strumenti utili a rimuovere quei pregiudizi radicati nella società, a liberare le aspirazioni delle bambine e a sostenere le donne nei loro percorsi di carriera”.
“La battaglia deve trovarci coese, solidali e possibilmente unite con gli uomini –conclude Volpato –, perché la società la costruiamo insieme ed il rispetto della dignità dell’altro/a è il perno su cui forgiare il futuro”.