“A volte l’ovvio non dovrebbe essere solo affermato ma anche ripetuto: il cessate il fuoco non è un obiettivo in sé. È auspicabile solo se garantisce la liberazione degli ostaggi”. È quanto afferma oggi su X l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Raphael Schutz che interviene così sul tema di un accordo per una tregua e per la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. “Senza il rilascio degli ostaggi – sottolinea il diplomatico – qualsiasi tregua è un premio per Hamas, che dà potere all’organizzazione terroristica e ne consente la riabilitazione”. Intanto i media internazionali riportano la notizia che gli Stati Uniti hanno rivisto il testo della bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per sostenere “un cessate il fuoco immediato di circa sei settimane a Gaza insieme al rilascio di tutti gli ostaggi”. Washington ha posto finora il veto su 3 progetti di risoluzione, 2 dei quali avrebbero richiesto un cessate il fuoco immediato. Gli Usa, sempre secondo quanto riportato dai media internazionali, hanno dichiarato che intendono concedere tempo per i negoziati sulla loro bozza e che non si precipiteranno al voto. Da parte palestinese emergono dettagli sulla proposta finale di Hamas per lo scambio di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Israele con gli ostaggi israeliani. Nell’elenco di Hamas, secondo quanto riferisce il sito di notizie Rai al-Youm, citato da Times of Israel, figurerebbero tra gli altri, Marwan Barghouti, il principale produttore di bombe di Hamas, Abdullah Barghouti, il capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Ahmad Sadat, Ibrahim Hamed, ex comandante dell’ala militare di Hamas in Cisgiordania, e Abbas al-Sayed, un membro anziano di Hamas responsabile della pianificazione di attentati che hanno ucciso decine di israeliani. Nella proposta Hamas chiede inoltre che lo scambio con gli ostaggi avvenga una settimana dopo l’entrata in vigore di un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo dell’Esercito israeliano da Gaza, la completa libertà di movimento a Gaza e il libero accesso agli aiuti. Dall’Esercito israeliano arriva infine la notizia che a Khan Younis sono stati catturati 250 miliziani di Hamas e della Jihad Islamica. Alcuni dei miliziani avevano partecipato all’attacco terroristico del 7 ottobre e sono membri della forza d’élite Nukhba di Hamas.