Si pensava solo a un “picco” momentaneo di casi di depressione dovuto alle condizioni causate dalla pandemia, ma anche nel 2023 i numeri confermano i 3 milioni di casi. Di questi, 2 milioni riguardano prevalentemente le donne, adolescenti e adulte. Inoltre la depressione è spesso affiancata ad ansia, disturbi dell’alimentazione e del sonno. Per Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda, “la depressione femminile è complessa e multifattoriale: al di là delle componenti genetiche e ormonali, le donne vivono con maggior coinvolgimento e più alta risonanza emotiva le relazioni sociali e affettive e ciò le rende più vulnerabili”. Anche la solitudine, spiega Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinfp) e direttore emerito di psichiatria all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, “è ormai un chiaro fattore di rischio depressivo”. Infine esiste il problema della comorbilità con malattie metaboliche e cardiovascolari. Di questi temi si parlerà a Milano l’8 marzo (Hotel Hilton), nel corso del convegno “Donne e salute mentale, i disturbi più comuni nell’era dell’imprevedibilità” organizzato da Sinpf e Fondazione Onda, con il contributo non condizionante di Viatris. Tra le iniziative per sfatare tabù e pregiudizi sulla salute mentale che, ancora oggi, non consentono di parlare liberamente di patologie come ansia, depressione e insonnia, soprattutto tra i più giovani, è anche attiva la campagna Non sono solo. Qui si trovano contenuti informativi, educazionali e di supporto sui temi della salute mentale, fornendo alla popolazione gli strumenti di base per riconoscerne i sintomi e confrontarsi con il proprio medico o con lo specialista.