“Quando il presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere”. Lo ha ricordato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una delegazione di Casagit guidata dal presidente Gianfranco Giuliani.
Mattarella ha colto l’occasione per sottolineare che “frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi, con diverse motivazioni”. “C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: ‘Il presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata’, oppure: ‘Il presidente Repubblica ha firmato quella legge e quindi l‘ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria’”. “Il Presidente della Repubblica – ha rimarcato – non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa. È quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità”. “Se andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: ‘Non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi’, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale”, ha proseguito il Capo dello Stato: “Se addirittura dicesse: ‘Non firmo questa legge perché non la condivido, perché, a mio avviso è sbagliata’, farebbe ben altro, andrebbe al di là di qualunque limite posto dalla Costituzione nel rapporto tra i poteri dello Stato e tra gli organi costituzionali”. “Qualche volta – ha osservato Mattarella – ho come l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo”. “Fortunatamente – ha precisato – non è più così. Il presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere. Ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c’è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato”. “Sarebbe grave – ha ammonito – se uno di questi, e tra questi anche presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato.